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sabato, Aprile 27, 2024
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Giugliano. Tumori e Terra dei Fuochi, il monito di Don Patriciello smuove il convegno

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A distanza di un anno esatto dall’avvio della rimozione delle Ecoballe di Taverna del Re, ancora una volta la città di Giugliano raduna autorità civili, militari, e religiose per discutere su Terra dei Fuochi ed analizzare i dati dei registri tumorali. Una mattinata intensa, che ha visto la partecipazione di Antonio d’Amore, direttore Generale ASL Napoli 2 Nord, Antonio Poziello, sindaco di Giugliano e presidenza conferenza dei sindaci dell’ASL Napoli 2 Nord, Michael Sciascia Presidente della Corte dei Conti della Campania, Domenico Airoma Procuratore aggiunto presso il Tribunale Napoli Nord, S.E.Mons Angelo Spinillo Vescovo della Diocesi di Aversa, ed esponenti di associazione che durante il triennio 2010-2012 hanno analizzato ed accuratamente studiato i dati dell’incidenza tumorale sulla popolazione presente nel fatidica e ben nota Terra dei Fuochi.

Un confronto tra le varie zone della Penisola che apparentemente non dovrebbe destare eccessive preoccupazioni scientifiche, ma è Padre Maurizio Patriciello, sacerdote del Parco Verde di Caivano a dire la sua e porre l’accento sulla moltitudine di vittime protagoniste dei territori contaminati da immondizia, milioni di ecoballe, e continui roghi tossici.

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“Vite spezzate, famiglie distrutte dal Cancro, bambini mai cresciuti proprio in quei luoghi dove persino il diritto di respirare è stato negato. C’è nesso o è pura casualità?”, questa la domanda che il sacerdote di Caivano pone alle autorità presenti. E ancora, sempre don Patriciello si riallaccia alle parole del dott. Airoma che fa emergere una mancata collaborazione da parte dei cittadini: “Signori belli qui siamo a Giugliano e sappiamo tutti che è terra di Camorra e con loro molti imprenditori e politici hanno fatto affari importanti. Io non sono un esperto ma da me a Caivano tutti i morti sono deceduti a causa del tumore. Le mie sono domande però io credo che mettendo insieme dati, competenze ed altro non penso sia un caso che 50mila persone scendano in piazza per il peso dell’emergenza rifiuti. Noi siamo realmente sereni? Chiedo alle legittime autorità. Venti anni fa non eravamo terra dei fuochi ma terra di lavoro, la nostra era una Campania Felix anche perché non possedevamo le industrie del Nord, ma se in così poco ci siamo allineati vuol dire che abbiamo corso troppo ed è per questo che ci ammaleremo e moriremo di più” conclude.

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