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domenica, Aprile 28, 2024
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Clan Mallardo. Condanne e assoluzioni nel processo che vede coinvolti Moraca, Amicone e Taglialatela

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Poco fa è stata emessa la sentenza a carico degli imputati del processo relativo all’operazione Crash che vede alla sbarra Mauro Moraca, insieme ad altri presunti esponenti del clan Mallardo, tra cui Carlo Antonio D’Alterio, Riccardo Carlo De Cicco, Bernardino Diana, Giancarlo Pirozzi e la madre di Moraca, Raffaella Graziano e l’ex portiere del Napoli Giuseppe Taglialatela. Era di 110 anni la richiesta totale per tutti gli imputati.
Questa la sentenza.

– Mauro Moraca, per cui era stati invocati 24 anni di carcere e 15mila euro di multa, ha incassato 13 anni.

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– Giuliano Amicone ha incassato 8 anni e 1600 euro di multa a fronte dei 20 richiesti

– Carlo Antonio D’Alterio ASSOLTO per non aver commesso il fatto (15 anni di carcere chiesti)
– Riccardo Carlo De Cicco ASSOLTO perchè il fatto non sussiste e per non aver commesso il fatto per un altro campo d’imputazione (erano stati chiesti 16 anni). Difeso dall’avvocato Sergio Aruta
– Bernardino Diana ASSOLTO perchè il fatto non sussiste (erano stati chiesti 6 anni);
– Giancarlo Pirozzi 4 anni e 8 mesi e 1100 di multa (erano stati chiesti 15 anni);
– Giuseppe Taglialatela ASSOLTO perchè il fatto non costituisce reato (erano stati chiesti 14 anni)

A Moraca ed Amicone disposta anche la pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici mentre a Pirozzi per 5 anni. Confiscati i beni di Moraca
Si chiude così dalla IV Sez. Penale del tribunale di Napoli la prima tappa del processo, nel quale erano imputati anche Feliciano Mallardo e Silvio Diana, entrambi deceduti. Il collegio difensivo è composto tra gli altri dagli avvocati Giuseppe Pellegrino, Antonio Giuliano Russo, Michele Giametta, Paolo Trofino, Raffaele Quaranta e Marco Sepe.

Era novembre del 2012 quando il Gico, su disposizione della DDA, eseguì l’operazione Crash che portò all’arresto di cinque persone ed al sequestro di beni mobili ed immobili per cinque milioni di euro. Grazie alle intercettazioni ambientali ed ai racconti dei collaboratori di giustizia si riuscì a ricostruire il sistema delle estorsioni messe in atto dai Mallardo, in particolare in due diverse vicende ai danni di due imprenditori edili giuglianesi. Svariate le operazioni economiche e imprenditoriali realizzate da Mauro Moraca, tra l’altro, per conto dei Mallardo. Nel corso dell’inchiesta furono eseguite anche perquisizioni negli uffici della Asl Napoli 2 Nord accertando l’infiltrazione dei Mallardo in diversi settori. Come ad esempio la partecipazione di imprese ‘amiche’ a gare pubbliche, fra cui un appalto all’ospedale Cardarelli di Napoli, l’affidamento del servizio di derattizzazione, la vendita di terreni di proprietà dell’Asl Napoli 2 nord, l’inserimento di imprese ‘amiche’ nell’elenco delle ditte accreditate dell’Asl Napoli 2 Nord, permettendo di procurare ai Mallardo ingenti profitti, da utilizzare per effettuare investimenti o per il reimpiego di soldi del clan. Vittima del racket anche un altro imprenditore che ha effettuato lavori di ristrutturazione all’interno dell’ospedale San Giuliano di Giugliano. La vittima fu costretta a sborsare la somma di 60mila euro, di cui 55mila per la costruzione di 12 unità immobiliari e 5 mila euro, appunto, per alcune ristrutturazioni edilizie eseguite presso l’ospedale di Giugliano, tra cui il reparto di Radiologia.

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