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venerdì, Aprile 26, 2024
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Il dramma di Romina Power e Al Bano, il nuovo appello per Ylenia Carrisi e la vita spericolata di Romina

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Il 6 gennaio non è mai una ricorrenza normale per Romina Power. Il giorno dell’Epifania del 1994, infatti, scompariva per sempre Ylenia Carrisi, la primogenita avuta dal matrimonio con Al Bano, sparita quando aveva appena 23 anni in quel di New Orleans. Sono passati più di vent’anni ma l’artista americana non si è mai rassegnata all’idea che la figlia fosse morta e da allora combatte una crociata in favore della ricerca a oltranza delle persone scomparse e non perde occasione per informare il suo pubblico della pericolosità e dei rischi che New Orleans (e in generale le metropoli) porta con sé.

Uno degli screzi più recenti tra Romina e Al Bano risale proprio alla delicatissima vicenda di Ylenia perché il cantante pugliese decise, nel 2013, di richiedere al tribunale di Brindisi una dichiarazione di morte presunta per la figlia, essendo convintissimo dell’avvenuto trapasso della sua primogenita già ai tempi della sua scomparsa. La Power prese molto male la decisione dell’ex marito e la pronuncia ufficiale della corte brindisina, che dichiarò morta la figlia il primo dicembre 2014, non le portò alcun genere di conforto: Romina non ha mai smesso di credere che Ylenia sia viva e non ha perso le speranze, un giorno, di ritrovarla.

Un’altra figlia è Romina, la più giovane dei figli di Al Bano e Romina Power. È sempre stata chiamata Romina jr. Ma ora ha voluto cambiare e farsi chiamare Romina Carrisi Power.

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Dura la vita dei figli delle star. Il nome della mamma vip e un cognome altrettanto ingombrante hanno spinto Romina Carrisi, la quarta figlia della coppia canora più amata dagli italiani (dopo Ylenia, Yari e Cristel) ad “emigrare” quattro anni fa a Los Angeles, dove per mantenersi senza chiedere i soldi al papà si è trovata a svolgere i lavori più bizzarri, come da lei stessa dichiarato in un’intervista al settimanale Diva e Donna:

“Vivo sola e a Los Angeles ho imparato la vita vera, anche facendo lavori che qui non avrei mai potuto fare. Come la cameriera in un night club: per cinque mesi ho servito ai tavoli in un locale di spogliarelliste dove un giorno è entrato anche Quentin Tarantino. Ma non mi sono presentata, purtroppo non era il mio turno. Poi all’improvviso, da un giorno all’altro, ho detto ‘basta’: era troppo per me vedere quel tipo di vita, le stesse persone ogni notte. Il buio non mi ispirava più: avevo bisogno di luce”.

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