La politica protezionistica di Donald Trump mette sotto scacco l’iconica Apple. La guerra dei dazi innescata dagli Stati Uniti, infatti, rischia di far salire alle stelle il costo dei prodotti tech a largo consumo marchiati con l’iconica mela. Sono previsti incrementi delle tasse doganali sino al 104% sui prodotti made in Cina, al 46% su quelli provenienti dal Vietnam e al 26% dall’India. Ergo, le principali rotte asiatiche sulle quali viaggiano gli iconici iPhones sono nel mirino.
Il prezzo dell’iPhone 16 Pro Max potrebbe schizzare a 2300 dollari
Per quanto infatti il processo produttivo della casa di Cupertino sia targato “Designed in California“, chi fa sì che la supply chaine venga portata a termine non si trova negli Stati Uniti, ma lavora tra Shenzen, Bangalore e Hanoi.
La casa madre dei “melafonini” ha infatti messo in campo nel tempo sino ad oggi un processo di diversificazione dei propri prodotti. In conseguenza della guerra commerciale del 2018 e della pandemia da Covid del 2020, l’azienda ha spostato la propria produzione di Iphone in India e di AirPods e Ipad in Vietnam, allontanandosi sempre di più dal mercato cinese. L’obiettivo era quello di trasferire in questi Paesi circa un quarto della sua manodopera.
Tuttavia, ogni sforzo è stato vanificato dalle tariffe spropositate imposte dal tycoon. Stando infatti alle stime compiute dall’analista Barton Crockett di Rosenblatt Securities, il prezzo di un iPhone top di gamma – come ad esempio l’iPhone 16 Pro Max – potrebbe schizzare, dai 1599 attuali, fino a 2300 dollari.
Il costo dei prodotti dell’iconica Mela alle stelle
Un Apple Watch Ultra 2 potrebbe toccare i 1.100 – a fronte dei 900 odierni. Ma la situazione non sarà migliore per gli Ipad e per gli Airpods. I primi rischiano di saltare da 499 a 620 euro, mentre i secondi rischiano di toccare la soglia dei 250 euro. Intanto, non sarà possibile comprare un MacBook Pro modello standard al di sotto dei 2.500 euro – frutto di un rincaro del 25%.
Ciò se l’azienda high tech facesse ricadere i costi sui consumatori, piuttosto che sostenere i costi di produzione – scelta che determinerebbe una riduzione di qualsiasi margine di profitto. Ma, alla luce della vasta galassia di servizi che ruotano intorno al mondo Apple – iCloud, App Store, Apple Music – e del notevole fatturato che l’azienda rappresenta, la scelta sembra già definitiva. A fronte di simili dati, persino l’ipotesi del trasferimento integrale del processo di assemblaggio negli Usa appare una strada poco percorribile. Secondo i calcoli di Forbes, infatti, il prezzo di un iPhone interamente “Made in Usa” potrebbe aggirarsi sui 30mila dollari. Complici di questa cifra esorbitante sarebbero in primis il costo del lavoro – nettamente maggiore rispetto ai Paesi asiatici -, oltre che i tempi di realizzazione del piano, che non sarebbero certo immediati.
Apple gioca d’anticipo: cinque aerei cargo carichi di iPhone sorvolano i cieli degli USA provenienti dalla Cina e dall’India
Tuttavia Apple non è rimasta in silenzio di fronte alle nuove tariffe imposte dall’amministrazione Trump, preferendo giocare d’anticipo. Durante l’ultima settimana di marzo i cieli degli Stati Uniti – stando a quanto riportato dal Times of India – sarebbero stati sorvolati da ben cinque aerei cargo carichi di iPhone e di altri dispositivi, provenienti dalle industrie asiatiche in Cina e in India. Secondo Routers, sarebbero volate ben 600 tonnellate di iPhone – pari a circa 1,5 milioni di unità. Una vera e propria strategia logistica d’urgenza, messa in campo dall’azienda per contenere l’impatto dei dazi sui prezzi e sulla disponibilità dei prodotti sul mercato americano. Ciò ha permesso ad Apple di mantenere stabili le quote dei prezzi per varie settimane, grazie all’accumulo di una riserva scorte sufficiente.
La disperata corsa dei consumatori ad acquistare prodotti Apple
Il clima di incertezza nato a seguito del sempre più probabile aumento dei prezzi ha spinto negli Stati Uniti fiumi di clienti a precipitarsi negli store della Mela – in un periodo dell’anno generalmente non troppo movimentato – accaparrandosi quanti più “melafonini” prima che simili scenari diventino realtà. Un dipendente Apple ha infatti dichiarato, sotto anonimato, che “quasi ogni persona che entrava chiedeva se i prezzi stavano per aumentare“. Così, spaventati dal potenziale rincaro dei prodotti Apple, migliaia di consumatori hanno scelto di non attendere il prossimo autunno – periodo nel quale avviene la consueta presentazione dei modelli di iPhone -, facendo sì che le vendite subissero un’impennata spropositata. Un trend che potrebbe continuare anche nei prossimi giorni, finchè non verranno chiariti ulteriori sviluppi.