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giovedì, Marzo 28, 2024
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Clan e ospedali, dopo il boss Cimmino anche il ras Desio fa scena muta

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Ha sfilato nei giorni scorsi davanti al gip per l’interrogatorio di garanzia. E anche lui, come il boss Luigi Cimmino, ha fatto scena muta (leggi qui l’articolo) Si è avvalso della facoltà di non rispondere Alessandro Desio conosciuto come ‘Sandro ‘o bambulott’: si tratta di uno degli arrestati nel maxi blitz della settimana scorsa che ha svelato il patto criminale dei clan di Napoli per la gestione degli ospedali. Al centro dell’inchiesta gli affari del clan Cimmino cui Desio è inquadrato. Su Desio pendono pesanti accuse. Tra cui quella di aver chiesto un’estorsione ad un supermercato del Vomero, episodio questo che causò non pochi malumori all’interno del gruppo (leggi qui l’articolo). Come ricostruito nell’ordinanza di custodia cautelare eseguita qualche giorno fa Desio, inizialmente, contattava da ‘cane sciolto’ i dipendenti della società che gestiva una catena di supermercati. In pratica intimava a quest’ultimi di versargli la somma di 10mila euro per poter aprire un supermercato al Vomero. Successivamente, interveniva, con il suo carico e le sue pretese criminali, anche Salvatore Arena, un altro dei ras coinvolti nell’inchiesta. Addirittura, come ricostruito, era lo stesso Desio ad anticipare ai dipendenti della società la richiesta di “un regalo” per i suoi “compagni”. Successivamente Desio si recava presso un famoso supermercato del Vomero accompagnato da Arena per chiedere il pagamento di una ‘rata’ da 4mila euro.

I malumori dei ‘colonnelli’ del clan contro Desio

Le indagini, a tal riguardo, traevano spunto da una conversazione datata 12 dicembre 2017, registrata presso l’abitazione di Andrea Basile, durante una delle consuete riunioni degli affiliati di maggiore spessore, in cui, presenti i vari sodali, questi discutevano, tra le altre cose, del ruolo di Desio nel sodalizio. Durate tale conversazione si accennava ad una verosimile attività estorsiva del valore di 10mila euro. Attività che Desio aveva posto in essere ai danni del titolare di un supermercato senza aver interpellato Basile. Lo stesso Arena, inizialmente, dichiarava di non saperne nulla:«Io ora l’ho saputo…cioè questo si è preso pure 10mila euro dal supermercato..e tu gli hai fatto tenere pure i 2mila euro sopra i soldi del Bingo..e faeciamogli fare proprio i comodi suoi a Sandro Bambulott!». Nell’ordinanza emerge l’assoluta caratura criminale di Desio indicato come vicino a Giovanni Caruson e un tempo fedelissimo del ras Giovanni Alfano.

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L’articolo precedente: il boss Cimmino non risponde al gip

Si è avvalso della facoltà di non rispondere il boss Luigi Cimmino davanti al gip di Napoli Marcopido che nei giorni scorsi, su richiesta della Dda, ha emesso nei suoi confronti una misura cautelare in carcere nell’ambito dell’indagine sugli appalti ospedalieri finiti nelle mani dei clan napoletani. Collegato in video-conferenza dalla casa circondariale dove si trova detenuto, il capo dell’omonimo clan del Vomero ha dichiarato di non essere, per ora, in grado di difendersi alla luce dei voluminosi atti che lo riguardano. Nell’ultimo processo che lo ha visto imputato, Cimmino, a fronte di una richiesta di 18 anni formulata dal pm, ottenne una condanna a 3 anni e 6 mesi di reclusione, grazie all’accoglimento di una serie di richieste formulate dalla difesa, in particolare grazie all’esclusione dell’aumento per la recidiva malgrado fosse stato condannato già due volte per il reato di associazione mafiosa con ruolo verticistico sin dagli inizi degli anni novanta. Proprio per questo Cimmino era stato scarcerato, pochi giorni fa, e si trovava in libertà vigilata in un comune del Lazio, prima di finire nuovamente in manette. Il boss ha nominato come suo legale l’avvocato Dario Vannetiello ma il penalista ha fatto pervenire in aula una dichiarazione di non accettazione di incarico in quanto da oltre due anni quali nuovi incarichi accetta solo difese innanzi alla Suprema Corte di Cassazione.

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