“Ci servivano soldi per andare a ballare”, parla il complice di Ugo Russo. Morte di Ugo Russo, parla il complice della rapina. “Guidavo il motorino, ma non è mio. Mi sono fermato a due, tre metri dalla macchina del ragazzo, Ugo è sceso, gli ha chiesto l’orologio, lui ha fatto il gesto, come per sfilarselo, e a quel punto ha sparato. Ma no, non ha detto di essere un carabiniere”, ha riferito il 17enne complice. Il giovane fermato ha poi aggiunto: “Ci servivano soldi, volevamo andare a ballare”.
La ricostruzione
Questa la ricostruzione della dinamica che fatta in caserma davanti ai carabinieri dal 17enne, complice del raid, insieme al ragazzino ucciso la notte scorsa dal carabiniere dopo un tentativo di rapina nel quartiere Santa Lucia di Napoli. Assistito dall’avvocato Mario Bruno, che non lo ha mia lasciato, il giovane è in stato di fermo: “Un primo colpo ha raggiunto Ugo al petto tanto da farlo sbalzare indietro. Si è girato per tornare verso di me – ha aggiunto il 17enne – Il secondo proiettile, però, lo ha preso alla testa. Altri due colpi sono stati esplosi, credo verso di me e infatti sono scappato via. Sapevo che per Ugo non ci sarebbe stato nulla da fare, ho corso fino a casa di mia nonna. Lì i carabinieri mi hanno trovato dopo un paio d’ore”. Il carabiniere che ha sparato è indagato per omicidio volontario.
Ugo Russo, nelle tasche il bottino di un altro colpo prima di essere ucciso dal carabiniere
Mattinata in obitorio per i familiari di Ugo Russo, il 16enne ucciso a Napoli da un carabiniere in seguito a una tentata rapina insieme ad un complice. Ventiquattro ore dopo, non cambia la versione della famiglia.Il ragazzo stato vittima di una vera e propria esecuzione. “Il carabiniere – ricostruisce il padre Vincenzo – gli ha sparato mentre era col complice una prima volta al corpo, facendogli fare un balzo di 3/4 metri. Una volta finito a terra si è rialzato per scappare, ma a quel punto il militare gli ha puntato la pistola contro sparando una seconda volta e colpendolo alla nuca mentre Ugo era di spalle. Poi ha inseguito il complice che era con mio figlio sparando ancora ma mancando l’obiettivo. E’ stata un’esecuzione a tutti gli effetti”. La verità è quella che chiede anche l’avvocato della famiglia, Antonio Mormile: “Abbiamo fiducia negli inquirenti, dalle indagini emergerà la verità. D’ora in poi lasceremo parlare l’inchiesta”.
Rapina Napoli, omicidio volontario per il carabiniere
La Procura di Napoli ha iscritto nel registro degli indagati, con l’accusa di omicidio volontario, il carabiniere di 23 anni che la notte tra sabato e domenica scorsi, a Napoli, ha sparato contro Ugo Russo armato di una pistola (risultata una replica di quelle vere priva del tappo rosso) con la quale stava tentando di rapinargli l’orologio insieme ad un complice. Il 16enne colpito due volte dall’arma del militare, è deceduto per le gravi ferite riportate. La vittima era con un 17enne, fermato con l’accusa di tentata rapina.
In ospedale, nelle tasche del 15enne morto, c’erano un Rolex e una catenina, con ogni evidenza bottino di una rapina compiuta subito prima dell’aggressione al militare e alla sua fidanzata.