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giovedì, Maggio 2, 2024
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Cosimo di Lauro, inchiesta per omicidio colposo: disposta consulenza medico legale e tossicologica

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La Procura di Milano ha disposto una consulenza medico legale e tossicologica per chiarire le cause della morte, nonché quali fossero le condizioni di salute nell’ultimo periodo di Cosimo Di Lauro, ex reggente dell’omonimo clan di camorra deceduto nel carcere milanese di Opera, dove era detenuto in regime di 41bis. Il pm Roberto Fontana ha aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti, un atto “prudenziale” appunto per svolgere l’autopsia e gli accertamenti medico legali e tossicologici. Da quanto si apprende, sul corpo del boss e nella cella non sarebbero stati trovati segni evidenti o elementi che possano allo stato far ipotizzare un suicidio o una morte violenta. Al momento si propende quindi per una morte per cause naturali.

La cattura e le condanne

Da quando fu stanato nel buio di uno sgabuzzino di casa di una 70enne nel quartiere fortino del Terzo Mondo, a Secondigliano, il 21 gennaio 2005, Di Lauro è stato ritenuto colpevole di numerosi omicidi. Ha accumulato sulle spalle tre ergastoli e quasi vent’anni di carcere. Nel febbraio 2008 arriva la condanna a 15 anni di carcere per associazione a delinquere di stampo mafioso, a pochi mesi dall’ergastolo.

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L’accusa è di aver ordinato, il 21 novembre 2004, l’omicidio di Gelsomina Verde, l’ex fidanzata di un affiliato passato dalla parte degli scissionisti. La ragazza, poco più che ventenne, fu torturata perché ne rivelasse il nascondiglio. Dopo averla uccisa, il suo corpo venne dato alle fiamme. Di recente, era stato condannato, sempre all’ergastolo, per gli omicidi di Raffaele Duro, Salvatore Panico e Federico Bizzarro, avvenuti a Mugnano prima della faida del 2004.

L’ipotesi di instabilità mentale

Nel 2018, gli avvocati avevano chiesto ai giudizi della terza Corte d’Assise di Napoli di «sospendere il giudizio e di disporre una perizia psichiatrica» per accertare «le condizioni di salute psicofisica» e la capacità «di stare coscientemente al processo». «Assume dosi massicce di psicofarmaci somministrati da anni come a un paziente psichiatrico», scrivevano i legali, che chiedevano che il boss fosse sottoposto a cure specifiche fuori dal carcere. Istanza rifiutata come quelle precedenti.

Già nel gennaio 2008 la prima perizia psichiatrica di parte parlava di «condizioni di salute, lungi dall’essere nate improvvisamente o effetto di una simulazione, risultato di un lento processo». I medici elencavano ansia, disturbi mentali e comportamenti bizzarri «come ridere a crepapelle anche nel cuore della notte».

Cosimo Di Lauro, il racconto dell’ultimo colloquio:«Mi colpì il suo sguardo assente»

Assente. Con uno sguardo perso nel vuoto. Come se non gli importasse più nulla. Questa la ‘fotografia’ degli ultimi anni di vita di Cosimo Di Lauro, deceduto questa mattina a soli 49 anni nel carcere milanese di Opera. A raccontare alla redazione di Internapoli.it l’ultimo colloquio avuto con il primogenito del boss Paolo Di Lauro è Saverio Senese, storico difensore di ‘F1’. Il penalista ricorda l’ultimo incontro con Di Lauro: «Era il 2019 e ricordo che cercavo in tutti modi di farlo venire in udienza per rilasciare dichiarazioni. Volevo aiutarlo e gli feci capire che con i suoi silenzi, la sua ‘assenza’ non mi permetteva di farlo. Ricordo quegli occhi, spenti, inespressivi, era trasandato, in pratica non sembrava più lui. Ad un certo punto ricordo che mentre parlavo mi guardò fisso negli occhi, si alzò e si voltò con uno scatto lasciando la sala colloqui. Rimasi di sasso». Un’immagine lontana anni luce dalla figura spavalda che quasi cercava l’obiettivo dei fotografi quando fu arrestato in un maxi blitz al rione dei fiori nel 2005.

L’indagine sulla morte di Cosimo Di Lauro

L’avvocato cercherà in queste ore di sapere anche quando sarà dissequestrata la salma per poter svolgere i funerali, funerali che dovrebbero svolgersi in forma privata. Questo perchè la Procura di Milano ha disposto l’autopsia e una consulenza medico legale e tossicologica per chiarire non solo le cause della morte di Di Lauro ma anche le condizioni in cui si trovava detenuto. L’ipotesi di reato nel fascicolo di inchiesta è quella di omicidio colposo a carico di ignoti, atto “prudenziale” necessario per poter svolgere tutti gli accertamenti del caso. La comunicazione all’avvocato Senese è giunta per via pec con un comunicato stringato come confermato dal penalista: «Poche righe per informarmi che il mio assistito era morto. Non lo vedevo da quell’ultimo nostro colloquio ma da quel che so in tutto questo periodo ha continuato a vivere come se non gli importasse più di nulla, assente, come se fosse lontano da tutto e tutti. Da quel che mi dicono da tempo non aveva nemmeno colloqui con la madre. Nonostante le difficoltà ho continuato a difenderlo per un dovere di correttezza professionale. Un udienza era prevista per fine mese».

 

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