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venerdì, Aprile 26, 2024
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Covid, in Campania ospedali già pieni: “Quelli non gravi si curino a casa”

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I posti letto dell’ospedale Cotugno di Napoli destinati ai malati da Coronavirus passeranno presto dagli attuali 180 a 260. L’ospedale, facente parte dell’Azienda dei Colli insieme col Monaldi e col CTO, sta lavorando per raggiungere il tetto massimo previsto dal piano regionale. I nuovi posti letto riguarderanno la degenza, la terapia sub intensiva e quella intensiva. Inoltre, una parte della rianimazione dell’ospedale Monaldi potrebbe essere destinata ai malati Covid-19 come già avvenuto nel periodo del lockdown. Si lavora anche per reperire altre unità di personale all’interno dell’Azienda dei Colli per indirizzarle al miglior funzionamento del Cotugno.

Ma la situazione oramai è generale in Campania dove, come riporta Il Mattino, oramai i posti letto liberi si contano col contagocce. Anche le unità di Rianimazione  iniziano a subire il contraccolpo dell’aumento esponenziale dei casi di infezione.

All’Ospedale del mare viene attivato il Covid-albergo e c’è il via libera alla completa riorganizzazione dell’unità Covid modulare destinata alle sole rianimazioni. Nel plesso ospedaliero principale, finora Covid free, sono attivati ad horas 40 posti letto di degenza ordinaria e otto di sub-intensiva impegnando i locali del Day Surgery la cui attività ordinaria è sospesa.

I dati de Il Mattino

A Boscotrecase solo due posti di terapia intensiva mentre da stamattina partono 30 nuove unità al Maresca per dare ossigeno alla rete. Tutto esaurito invece al Covid di Scafati (Asl di Salerno) e in affanno anche Maddaloni dove pur mettendo in atto un intenso turnover giornaliero con l’utilizzo del Covid resort di Teano si registra il tutto esaurito. Da oggi dovrebbe aprire i battenti Santa Maria Capua con una trentina di nuovi posti tra degenza e sub intensiva. A Benevento l’ospedale che finora ha funzionato da serbatoio delle altre province sfiora la capienza. Infine c’è Avellino: al Moscati sono 45 i malati ricoverati, 39 al Covid Hospital e sei nell’Unità di Malattie Infettive del plesso Città ospedaliera.

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Sospesi i ricoveri programmati

L’Asl Napoli 1 ha sospeso dalla mezzanotte appena trascorsa i ricoveri programmati sia medici che chirurgici, fatti salvi i ricoveri con carattere di urgenza non differibili e quelli per pazienti oncologici e e oncoematologici medici e chirurgici. Lo si apprende dall’Asl Napoli 1. La decisione è stata presa per l’aumento dei contagi di Covid-19 e per valutare l’ampliamento dell’offerta di posti letto dedicati ai positivi.

La questione tamponi

Sul fronte dei tamponi intanto, da 15 giorni autorizzati anche nei laboratori privati accreditati, emerge ora l’esigenza di rendere completo e attendibile l’elenco dei centri attrezzati a tale funzione vista l’esponenziale richiesta di esami da parte dei cittadini che si sono riversati in massa nei laboratori di ogni quartiere e di ogni provincia senza la sicurezza di accedere in una struttura realmente autorizzata. L’esigenza, espressa anche dalle associazioni di categoria, è di indicare con certezza l’elenco dei laboratori privati autorizzati ad effettuare i tamponi anche a fronte del dato che questi hanno assorbito in pochi giorni quasi la metà dei test giornalieri effettuati sul territorio regionale.

Ma andiamo con ordine: il nuovo documento redatto dall’Unità di crisi per l’assistenza domiciliare dei pazienti Covid stilato da un gruppo di lavoro formato da una dozzina tra funzionari regionali, medici e specialisti dell’unità tecnica regionale, è giunto alla quinta edizione. La prima risaliva al 24 marzo e l’ultima al primo ottobre.

Una prima indicazione per la diagnosi differenziale è quella dell’uso di test antigenici rapidi su tampone. Molti medici di famiglia sono già dotati in virtù del basso costo e della relativa notevole affidabilità che fornisce responsi attendibili nell’80 per cento dei casi in 15 minuti. Ma non può certo bastare. In una dettagliata griglia viene indicato ai medici cosa fare e quali terapie e monitoraggi effettuare. Si va dalla fase dell’isolamento domiciliare senza sintomi, alla comparsa di sintomi lievi fino a quelli più importanti complicati dalla difficoltà respiratoria.

L’armamentario è quello che abbiamo conosciuto finora. Dalla cura dell’alimentazione, all’integrazione di vitamina C e complesso B fino all’uso di antibiotici, antiinfiammatori, cortisone. Poi eparina e controlli della ossigenazione del sangue, prelievi, esami, valutazione dello stato generale in un gradiente di intensità che solo nei casi più gravi è destinato a impegnare il livello ospedaliero delle cure.

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