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sabato, Aprile 27, 2024
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Crisi di governo, solo un italiano su 3 vuole il voto anticipato

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Crisi di governo, solo un italiano su 3 vuole il voto anticipato. È quanto emerge da uno degli ultimi sondaggi effettuati su un campione di popolazione della Penisola. Mentre si avvicina il fatidico mercoledì, durante il quale il premier dimissionario Mario Draghi sarà alle Camere per il voto di fiducia, infiamma la polemica e la situazione non certo semplice tiene tutti col fiato sospeso.

DOMANI MARIO DRAGHI ATTESO ALLE CAMERE

Al momento occhi puntati sul Movimento 5 Stelle, che di fatto, non votando la fiducia la scorsa settimana, ha innescato la crisi. «Il partito di Giuseppe Conte», come lo ha ribattezzato criticamente e sarcasticamente l’ex grillino Luigi Di Maio, è logorato da una guerra interna.

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GUERRA APERTA NEL M5S

Che potrebbe portare, già dalle prossime ore, al cambio di casacca per una trentina di parlamentari 5S. In ballo c’è la prosecuzione del governo in un periodo per niente semplice come quello che sta attraversando l’Italia. Colpita, infatti, da crisi energetica e caro vita, ripercussioni del conflitto in Ucraina.

CRISI DI GOVERNO, I TRE BLOCCHI

Tre i blocchi: quello che vorrebbe la continuazione del governo Draghi. Quello che vorrebbe andare al voto (FdI in testa). Quello che sarebbe propenso a una continuazione del governo Draghi, ma senza i 5S. La situazione di disequilibrio tiene sulle spine anche i napoletani e i campani.

LA PAURA DI PERDERE IL REDDITO DI CITTADINANZA

Nella provincia e nella regione con maggior numero di percettori di Reddito di cittadinanza (sul quale il Movimento ha costruito il successo alle elezioni del 2018), molti temono che un nuovo governo deciso dalle urne, potrebbe far perdere la possibilità del sussidio.

LA RACCOLTA FIRME DEI SINDACI PRO MARIO DRAGHI

Nel frattempo, aumenta il numero delle firme per chiedere a Draghi di restare in carica. “Ieri sera abbiamo superato le 1500 firme, siamo quasi a 1600” per l’appello dei sindaci al premier affinche’ rimanga in carica, e “probabilmente arriveremo a 2000 prima del discorso del presidente Draghi al Senato”.

VERSO LE DUEMILA FIRME

Così Dario Nardella, sindaco di Firenze, in collegamento con Omnibus su La7. “C’è un’adesione larghissima – ha aggiunto – che va da nord a sud, dal centrosinistra al centrodestra, e che nasce da una preoccupazione oggettiva, quella che noi viviamo ogni giorno sul territorio”. Per Nardella le tante firme dei sindaci sono “un dato sorprendente, mai vista una cosa del genere: evidentemente c’è un sentimento fortissimo”.

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