Droni della mala per agevolare i clan. È uscita questa la sentenza relativa all’inchiesta che e vedeva sul banco degli imputati ras e colonnelli di sette clan di Napoli accusati di aver indebitamente introdotto droga e cellulari grazie all’ausilio di droni. Gli imputati erano gravemente indiziati di associazione di tipo mafioso, estorsioni, traffico di stupefacenti, detenzione di armi da fuoco ed accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti.
Non sono mancate le sorprese come l’assoluzione dall’accusa di traffico di droga di Carmela Nappi: il pubblico ministero aveva chiesto per lei 12 anni ma grazie alla linea seguita dai suoi avvocati, i penalisti Leopoldo Perone e Rocco Maria Spina, ha incassato solo 5 anni e quattro mesi. È andata bene anche al rampollo della mal di Bagnoli, Christian Esposito, che rischiava 12 anni: il ras, figlio del boss Massimiliano Esposito, ha invece rimediato solo cinque anni grazie alla linea seguita dal suo difensore, l’avvocato Rocco Maria Spina. Il figlio di ‘o scugnato è stato assolto dall’accusa di traffico di droga.
Le altre condanne per il traffico in carcere
Queste nel dettaglio le altre condanne: Matteo Balzano 10 anni, Giovanni Baratto 18 anni, Gennaro Pasquale Barone 4 anni e 10 mesi, Nicolas Brunetti 18 anni e due mesi, Roberta Cascone 10 anni e due mesi, Antonio Castiello 4 anni e cinque mesi con esclusione della aggravante della associazione, Salvatore Celentano 18 anni e quattro mesi, Giorgio Ciriello 11 anni, Ciro Contini 9 anni e nove mesi, Nico Grimaldi 9 anni e due mesi, Alessandro Iuiliano 4 anni, Lucio Musella 18 anni,, Rita Pitirollo 9 anni e due mesi, Vincenzo Scognamiglio 20 anni, Antonio Giampaolo Taletti 10 anni e otto mesi, Santo Tessitore 5 anni, Maria Vitale 9 anni e due mesi.
Telefonini all’Alta Sicurezza
I cellulari, come ricostruisce l’ordinanza, erano destinati a detenuti in regime di alta sicurezza, consegnati mediante l’uso di droni fatti sorvolare sulle strutture penitenziarie, anche aggirando i rimedi tecnici atti ad impedire la trasmissione delle onde radio, ed in particolare, Musella , Brunetti, Baratto e Celentano, quali capi e promotori, Scognamiglio Vincenzo, quale organizzatore, attraverso continui contatti telefonici, mantenevano i rapporti con i loro referenti all’interno delle diverse strutture penitenziarie, ed acquisivano gli ordini destinati alla consegna dei beni vietati, in un caso anche un’arma comune da sparo, prevalentemente telefoni, anche android, cavi usb, caricabatterie, orologi, profumi ecc, la cui consegna è materialmente gestita dallo Scognamiglio, organizzatore dei viaggi e manovratore del drone.
I contatti con l’esterno dal carcere
Contini, Esposito, Grimaldi, Tessitore, Balzano, Costagliola, quali partecipi, referenti dell’organizzazione all’interno delle carceri nelle quali, di volta in volta, erano ristretti, con i cui capi, o direttamente con Scognamiglio erano in contatto telefonico per intermediare la consegna nelle strutture penitenziare di beni di genere vietato di cui curavano il commercio.
Castone, Vitale, Pitirollo, Nappi, quali partecipi con mansioni di raccordo sul territorio, rispetto ai detenuti beneficiari dei beni di cui è vietato il possesso, appartenenti alle diverse organizzazioni criminali tutte aderenti all’Alleanza di Secondigliano, con i loro referenti liberi, si attivavano per il procacciamento dei beni e l’acquisizione del relativo prezzo. Oltre ai cellulari facevano entrare anche la droga nei penitenziari. Anche in questo grado venivano utilizzati i droni.
In particolare Musella, Brunetti, Baratto e Celentano, quali capi e promotori, Scognamiglio Vincenzo, quale organizzatore, attraverso continui contatti telefonici, mantenevano i rapporti con i loro referenti all’interno delle diverse strutture penitenziarie, ed acquisivano gli ordini destinati alla consegna dello stupefacente, la cui consegna era materialmente gestita dallo Scognamiglio, organizzatore dei viaggi e manovratore del drone