Spaccio di droga in carcere, nuovi guai per i ras di Pomigliano. Oggi il personale del Nucleo Investigativo Regionale della Polizia Penitenziaria per la Campania, ha dato esecuzione all’Ordinanza applicativa di misure cautelari in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nell’ambito di una indagine coordinata dalla locale Procura, nei confronti di 5 persone e dell’applicazione della misura degli arresti domiciliari nei confronti di 4 persone, gravemente indiziate, allo stato delle indagini, in ordine al delitto p. e p. dagli articoli art. 73 DPR 309/90 commesso all’interno della Casa di Reclusione Novelli di Carinola.
Disposta la misura in carcere per i ras del clan pomiglianese, Beniamino Cipolletta e Olindo Cipoletta. Stessa misura anche per Angelo Morgillo, Emilio Di Monda e Ivan Ponticelli. Ai domiciliari Antonietta Bruno, Lucia Esposito, Maria Limatola e Patrizia Esposito.
Piazza di spaccio nel carcere di Carinola, l’indagine
Il complesso degli elementi ricavati dalle attività di investigazione, dall’analisi e dall’elaborazione completa dei flussi di soldi versato dai familiari dei detenuti assuntori di droga per i pagamenti delle dosi acquistate, dal sequestro delle dosi di sostanza stupefacente spacciata nell’istituto, e da altri accertamenti tecnico-scientifici, ha consentito la ricostruzione di una serie di droga all’interno del carcere di Carinola, gestita dai detenuti colpiti delle misure cautelare con il concorso di alcuni loro familiari operanti all’esterno.
Spaccio in carcere
L’esito degli accertamenti — sebbene nella fase embrionale delle indagini preliminari – ha consentito di ricostruire la perdurante attenzione di questo ufficio di Procura in ordine alla repressione del fenomeno dello spaccio interno agli Istituti Penitenziari che si avvale dell’esperienza del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria – Nucleo Investigativo Regionale per la Campania unitamente ai reparti di Polizia Penitenziaria del territorio.
La Procura precisa che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari, che gli odierni indagati sono da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva che la misura cautelare è stata adottata con un contraddittorio limitato alla fase delle indagini e che il Giudice della fase processuale potrà anche valutare l’assenza di ogni forma di responsabilità in capo agli indagati.
“Quanti kg di droga mi sono messa nella f**sa?”, così la donna faceva entrare la droga in carcere