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domenica, Aprile 28, 2024
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Gatto scuoiato vivo, fiaccolata ad Angri per Leone: taglia di 13mila euro per chi trova i colpevoli

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Lo hanno scuoiato come fanno con i conigli, “lasciando solo quello che non serviva: testa, zampe e coda. Forse l’avevano stordito, e spesso accade che i conigli restino ancora vivi, senza la pelle”. I cittadini di Angri sono sgomenti. A Teresa Salsano, responsabile del canile municipale di Cava de’Tirreni, trema la voce: “E’ nata l’iniziativa spontanea di una fiaccolata perché non possiamo resistere pensando a quello che è accaduto – dice – domenica prossima partiremo alle 18 dalla chiesa di Sant’Antonio di Angri, per arrivare in corteo in via Orta Loreto, dove Leone è stato trovato, davanti a un’abitazione.

La storia di Leone, il gattino scuoiato vivo e morto dopo 4 giorni di agonia ha scosso l’opinione pubblica. Domenica ad Angri (Sa)una fiaccolata per chiedere giustizia e una taglia per l’individuazione dei responsabili. Una taglia da 13mila euro. Una provocazione o la realtà, sta di fatto che la decisione dell’associazione animalista che opera nel canile di Cava de’ Tirreni ha colpito l’immaginario collettivo. La ricompensa sarà versata a chi trova il colpevole delle torture che hanno provocato la morte di Leone, il gattino scuoiato vivo ad Angri e morto ieri nonostante le cure dei veterinari della struttura di ricovero della città metelliana.

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“Scuoiato vivo e lasciato agonizzante in strada. Non è solo orrore, disprezzo e sdegno quello che proviamo ma anche paura all’idea che gente così sia a piede libero e rabbia perché le conseguenze per chi compie certe oscenità non sono mai sufficientemente proporzionate alla gravità dei fatti“. Così Carla Rocchi, presidente nazionale dell’Enpa-Ente nazionale protezione animali che attraverso il suo ufficio legale e l’avvocata Enpa Claudia Ricci ha presentato denuncia dopo la morte del gatto scuoiato vivo e lasciato agonizzante in strada ad Angri, in provincia di Salerno. Il gatto era stato battezzato Leone dai veterinari che lo hanno soccorso e che hanno tentato di salvarlo, purtroppo senza successo.

“Come Ente nazionale protezione animali abbiamo presentato denuncia contro ignoti affinché questa morte atroce – ancora Rocchi – non cada nel vuoto. Contiamo sul lavoro delle forze dell’ordine e chiediamo l’aiuto di tutti. Se qualcuno avesse visto qualcosa si faccia avanti, anche in forma anonima. La persona che ha commesso un atto così crudele è una persona pericolosa. Per questo anche stavolta chiediamo ancora una volta che venga riconosciuta la pericolosità sociale per chi compie questi reati contro gli animali. Ogni giorno rimandato – conclude – potrebbe significare la condanna di una donna, di un uomo, di un bambino o di un altro animale. Bisogna agire subito”.

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