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venerdì, Aprile 26, 2024
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Guerra interna ai Sibillo, uno dei ras stava per essere ucciso:«Le dicemmo che era un fratello»

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Il clan Sibillo non era il gruppo granitico che tutti credevano. A confermarlo i verbali di Antonio Rivieccio ‘Cocò’, vera voce di dentro del gruppo di vico Santi Filippo e Giacomo. Il suo pentimento (leggi qui l’articolo) e le sue dichiarazioni hanno già innescato la gran mole di arresti del maxi blitz del mese scorso. Rivieccio, in uno dei suoi primi verbali, ha raccontato agli inquirenti che uno dei reggenti del gruppo stava per essere ucciso nell’ambito di un’epurazione interna. Tutto a causa di sospetti su degli ammanchi nella cassa comune del clan.

Lino Sibillo voleva la testa del ras Capuano

«Alla Maddalena c’era Nicolas Brunetti, sostituito, dopo il suo arresto, da Capuano Luca, a sua volta arrestato insieme a Francesco Pio Corallo, detto o’Nonno. Quest’ultimo a sua volta controllava San Gaetano». Rivieccio ha poi spiegato da chi era costituito il clan e chi erano i capi:«C’era a capo Ciro Contini, poi c’era Capuano Luca detto o’Cafone, c’era Francesco Pio Corallo detto o’ Nonno, Daniele Napolitano, Nicolas Brunetti, Giuseppe Gambardella e poi c’era Nancy, la moglie di Lino Sibillo che stava in carcere, che ci portava le lettere del marito detenuto a Terni, con le quali ci venivano impartiti gli ordini. Ricordo che una volta arrivò l’ordine di uccidere Capuano Luca perché era accusato di essersi impossessato di denaro appartenente a Lino Sibillo, ma sia io che Corallo dicemmo a Nancy di riferire a suo marito che noi non avremmo mai ucciso Capuano perché era un nostro fratello».

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Le tensioni nel clan Sibillo

Le crepe nel clan un tempo guidato dai fratelli Emanuele e Pasquale Sibillo hanno iniziato a mostrare i primi segni già alla fine del 2018 quando, con l’incarcerazione dei capi storici del gruppo la reggenza è passata nelle mani delle donne del clan e in quelle di Emanuele Irollo, giovane ras con trascorsi nel clan Mauro dei Miracoli. La cattiva gestione dell’ormai ex ‘paranza dei bambini’ emerge in tutta la sua drammaticità in una serie di intercettazioni in carcere dove gli affiliati detenuti del clan, grazie ad alcuni cellulari introdotti furtivamente, mantenevano i contatti con chi era fuori.

Le lamentele tra i parenti del ‘Nannone’

Tra quelle più interessanti dal punto di vista investigativo quelle di Giuseppe Gambardella con la moglie, Carmela Napoletano, sorella di Antonio Napoletano, il famigerato ‘Nannone’. La donna si lamenta con il marito dei soldi che non arrivano ipotizzando che Irollo e quelli rimasti fuori insieme a lui «Si stanno mangiando tutto. Vogliono mangiare solo loro». La donna rincara la dose:«Loro vogliono mangiare solo loro, io mi scoccio, io non posso fare questo casino per colpa loro. Ha detto, la settimana scorsa, è grazie a me se avete avuto… ho fatto il regalo a tutti quanti, perché loro si stavano mangiando (spendendo) tutto. Ha detto, ma come si fa, si mangiano(spendono) tutto e poi non danno niente a voi. Ho detto io, non mi posso mettere a scendere e andare a vedere (incomprensibile). No ha detto, ma io ti do mille ragioni. Hai ragione ha detto, sono una vrangata di zezzus».

La nuova reggenza del clan Sibillo alimentava malumori tra gli affiliati

A questo punto Gambardella è convinto del fatto che anche se sono in guerra con il clan Mazzarella per il controllo del territorio e delle attività illecite, Irollo, Carmine Motti e Fabio Rivieccio stanno raccogliendo settimanalmente i soldi dalle attività illecite gestite dal clan nella zona di Decumani-San Gaetano tanto da dire: «Apposto, stanno raccogliendo allora a San Gaetano!!». Il Gambardella si meraviglia però del fatto che anche il cognato, reggente storico del clan Sibillo, detenuto presso il carcere di Teramo, non abbia ricevuto i soldi quella settimana. Carmela Napoletano ribadisce che in quei giorni nessuno degli affiliati e le loro famiglie avevano ricevuto quote settimanali per il sostentamento, aggiungendo che quella settimana era stato Alberto Volpe (un altro degli arrestati del blitz della settimana scorsa), di tasca sua ad aiutare i carcerati e le loro famiglie:«E tuo fratello  non sta avendo niente ? E’ impossibile! Comunque quando è stasera, vai a casa di Alberto mi passi Alberto. Che voglio quelli là a telefono ora».

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