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sabato, Aprile 27, 2024
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I modelli di chiave a brugola più strani sul mercato

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La parola “chiave a brugola” ci fa subito pensare all’asticella metallica a forma di “L” con sezione esagonale che si trova all’interno delle scatole dei mobili acquistati all’IKEA. Proprio questo piccolo strumento ci permette di montare le strutture e avvitare i bulloni che sorreggono il nostro nuovo acquisto, sia questo un letto o un armadio.

Certamente, quella è una chiave a brugola, ma non è affatto l’unico modello che si trova sul mercato. Nel corso degli anni, infatti, questo strumento ha assunto un sacco di forme diverse, alcune molto particolari.

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Nell’articolo di oggi ripercorriamo la storia della chiave a “L” e vediamo la sua evoluzione negli ultimi anni. Continua a leggere se vuoi scoprire i modelli più strani che esistono di questo strumento!

La nascita nella chiave a brugola

L’invenzione della chiave a brugola con sezione esagonale risale all’anno 1909. Prima di allora, viti e bulloni avevano una testa quadrangolare e potevano essere avvitati e svitati solamente usando una chiave inglese o simile.

Un bel giorno, l’americano William G. Allen brevettò le cosiddette “viti di sicurezza” che presentavano una rientranza esagonale sulle loro teste che, al contrario delle precedenti, erano piatte non si potevano impigliare nei vestiti degli operai e, di conseguenza, causavano molti meno infortuni sul lavoro.

Fu così che nacque la chiave a brugola che, nei paesi anglosassoni, prende il nome di “chiave di Allen” in quanto sviluppata proprio per poter allentare e serrare le sue viti. Con il passare degli anni, la brugola venne impiegata sempre più spesso sia in ambito industriale che privato e raggiunse l’apice della popolarità durante la Seconda Guerra Mondiale, quando il settore industriale negli Stati Uniti stava fiorendo.

Da quel momento in poi, la piccola chiave a “L” ha iniziato ad evolversi fino a creare una serie di modelli diversi e specifici per i vari settori.

La brugola a “T”

Uno degli svantaggi della brugola tradizionale riguarda la sua forma: anche usando il lato più lungo della “L”, non è sempre facile raggiungere gli elementi di fissaggio che si trovano in profondità, tra due superfici o in altre posizioni difficili da raggiungere.

Proprio per questo è stata inventata la chiave a brugola a “T” che assomiglia molto a un classico cavatappi a vite usato per estrarre i tappi di sughero delle bottiglie di vino. Grazie alla sua caratteristica impugnatura, è semplice da impugnare, può essere ruotata velocemente e permette di applicare sforzi con entrambe le mani.

Esiste anche un’altra variante di questo strumento: la chiave a brugola a “P” che può essere impugnata con la mano intera e viene usata nelle officine professionali e nei negozi di mezzi di trasporto perché ideale per lavorare su automobili, biciclette, ecc.

La chiave a brugola a sfera

Come ci suggerisce il nome stesso, la brugola a sfera si distingue da quella tradizionale perché presenta un’estremità formata da degli esagoni sì, ma organizzati in tal modo da formare una sfera.

Il vantaggio principale di questo strumento è che permette di sfruttare questo elemento tridimensionale per inserire la chiave all’interno dell’impronta sulla testa dell’elemento di fissaggio con un angolo di inclinazione fino a 35 gradi. Fatto ciò, può essere ruotata normalmente in senso orario o antiorario, a seconda delle necessità.

Chiaramente, questo modello di chiave a brugola è ottimo per raggiungere viti e bulloni installati in luoghi difficili da raggiungere. Ad esempio, si usa spesso per la revisione dei mezzi di trasporto. Tra gli svantaggi, possiamo annoverare il fatto che la sfera deve essere ruotata molto lentamente in modo che non esca dall’impronta e, sempre per lo stesso motivo, non è possibile applicare troppa forza durante l’uso di questo strumento.

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