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venerdì, Luglio 4, 2025
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Il clan imponeva la ‘tassa’ da 20 euro alle prostitute, presi i 3 esattori dei Giuliano

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Il clan Mazzarella-Giuliano ha imposto il pizzo anche alle prostitute le quali erano costrette pagare una ‘tassa’ giornaliera per poter svolgere la loro attività. Salvatore Giuliano, Ciro Oliviero e Alessio Vicorito si sono procurati un ingiusto profitto attraverso le minacce e le intimidazioni alle cittadine extracomunitarie, inoltre, si sono avvalsi della loro appartenenza al clan Mazzarella e in particolare al gruppo di Giuliano, o russo.

Secondo le accuse della Dda di Napoli gli affiliati hanno imposto il pagamento del pizzo tra i 15 e i 20 euro giornalieri per poter esercitare l’attività di prostituzione, costringevano e in alcuni casi compivano atti idonei a costringere le persone offese a corrispondere la somma sopraindicata quale quota estorsiva.

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In particolare Oliviero, su mandato di Giuliano e Vicorito, effettuava il giro delle riscossioni usando espressioni minacciose, spesso, pronunciate nelle case delle donne: “Qua non lavori più! Tu domani mi dai 20 euro però altrimenti tu qua non lavori più, te ne vai perché tu vuoi fare furba! Tu fai lunedì – martedì – mercoledì – giovedì e venerdì lavori, sabato non lavori allora non paghi? Come funziona?“.

Le dichiarazioni di Salvatore Giuliano

Il collaboratore di giustizia Salvatore Giuliano ha parlato delle estorsioni nel novembre 2021: “In merito alle attività di estorsione ai danni delle prostitute del centro storico rispondo e chiarisco che, nella zona che va da Vico Pace a salire, fino a Via dei Tribunali, tutti i bassi ubicati sulla destra salendo in Vico Pace, nonché in un basso sulla sinistra, in Via
Scassacocchi e nei pressi delle scale dello stesso Vico Pace, sono adibiti all’attività di prostituzione di donne straniere di origine nigeriana, marocchina e tunisina. Tutte queste donne pagano, settimanalmente, a noi del clan Giuliano nelle mani di chi, di volta in volta, è addetto alla riscossione ed in particolare di Ciro Oliviero, di Massimo o’ micione o di Angelo Massa, detto angioletto o’ pinguino, che sono gli esattori. Le prostitute pagano 30 euro a settimana, così ripartiti: 20 euro il sabato e 10 euro la domenica, indipendentemente dal numero dei clienti – inoltre il pentito è riuscito anche a ricostruire i guadagni settimanali – Gli introiti di tale attività ammontano a circa 500/600 euro a settimana per la giornata del sabato e a 200/300 euro per la giornata di domenica, con importi variabili a seconda delle prostitute che, effettivamente, si riuscivano a reperire. La raccolta avveniva intorno alle ore 12“.

Il blitz contro il clan Giuliano-Mazzarella

Stamattina il personale della Polizia di Stato di Napoli e dell’Arma dei Carabinieri ha proceduto all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Tribunale di Napoli-Ufficio GIP – su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di 22 soggetti ritenuti, a vario titolo, gravemente indiziati dei reati di associazione di stampo mafioso, tentato omicidio, lesioni, rapina, estorsione, detenzione e porto abusivo di arma da fuoco, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, tutti aggravati dal metodo mafioso in quanto commessi da soggetti appartenenti al clan Mazzarella.

Il provvedimento cautelare in questione compendia gli esiti di due filoni investigativi esperiti da personale della Squadra Mobile di Napoli, del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Napoli e del Commissariato Vicaria-Mercato ed in particolare uno condotto dalla Squadra Mobile in relazione al clan Giuliano, articolazione del più ampio sodalizio dei Mazzarella, operante nei quartieri Forcella e Maddalena.

L’altro, invece, sviluppato sempre dalla Squadra Mobile di Napoli e dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Napoli relativo al gruppo della cosiddetta paranza di San Gaetano, operante nel Rione San Gaetano, e al gruppo dei Caldarelli, operante nella zona delle Case Nuove, entrambi articolazioni del clan Mazzarella.

Il progetto del boss Barile

Nello specifico, la prima attività d’indagine, sviluppata tra gennaio 2020 e la seconda metà del 2021, ha consentito di monitorare la nascita, l’ascesa e l’affermazione dell’aggregazione criminale diretta Salvatore Barile, il quale, scarcerato nel mese di aprile del 2020, dopo una lunga detenzione, ha promosso e realizzato un ambizioso progetto finalizzato ad acquisire il controllo diretto delle illecite attività esercitate nel comprensorio Forcella – Maddalena – Tribunali. Dalle attività investigative è stato così possibile acquisire elementi in ordine sia alle fasi del reclutamento e formazione degli appartenenti, sia all’insediamento sul territorio del nuovo gruppo criminale diretto da Barile.

L’attività ha documentato l’alleanza con il sodalizio criminale capeggiato dalla famiglia Mazzarella, attraverso gli incontri con i vertici del clan, nel corso dei quali sono state impartite le direttive per l’operatività del nuovo cartello criminale Giuliano-Mazzarella. Sono stati registrati, inoltre, rapporti criminali con altre organizzazioni criminali operanti nella città di Napoli, in particolare con il gruppo criminale attivo nel quartiere San Gaetano.

Le indagini hanno, infine, consentito di documentare numerosi reati-fine commessi dall’associazione in parola, come tentati omicidi, lesioni, estorsioni, rapine, traffico di droga e spaccio al dettaglio di stupefacenti.

La paranza del San Gaetano

La seconda attività d’indagine poste a fondamento del provvedimento, svolta specificamente tra la fine del 2018 e il gennaio 2022, ha consentito di ricostruire l’esistenza, la struttura e l’operatività di un gruppo criminale denominato paranza di San Gaetano, articolazione del clan Mazzarella direttamente riconducibile a Barile, elemento di spicco del clan, dedito al controllo di attività delinquenziali quali le estorsioni e lo spaccio di stupefacenti.

Il gruppo operava prevalentemente nell’area del centro storico del capoluogo, ricompresa tra via Tribunali, piazza San Gaetano, Forcella e vie limitrofe. Nell’ambito di questa attività investigativa si è ricostruita anche quella frangia del clan Mazzarella operante nella zona delle Case Nuove, direttamente riconducibile al gruppo dei Caldarelli. Le indagini hanno consentito di documentare il controllo del territorio da parte del gruppo, con particolare riferimento al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti.

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