L’omicidio di Pasquale Manna è maturato nell’ambito di una scissione del clan Rea-Veneruso. Dell’agguato mortale ha parlato il colonello dei carabinieri Pantaleo Grimaldi: “A sparare fu Francesco Rea . L’agguato scattò in un distributore di carburante a Volla, ma a Rea gli sfuggì la pistola. Questo diede a Manna la possibilità di scappare. Fu però inseguito e raggiunto nel quartiere Ponticelli, dove venne trucidato. Grazie alle immagini dei sistemi di video sorveglianza e ai rilievi antropometrici e somatici dei Ris è stato possibile individuare come possibile autore Rea“. Quest’ultimo è ritenuto un elemento di spicco come la vittima con la quale era in contrasto.
L’esame dello stube ha rilevato la presenza di polvere da sparo sugli indumenti voleva a bruciare, tra cui i guanti, che aveva coperto anche con una busta di plastica per impedire che gli spari lasciassero tracce.
“Anche questa volta – ha sottolineato il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri– la tecnologia si è rilevata importante, come importante e rilevante è stato l’esame dello stube che ha riscontrato la presenza di bario antimonio e piombo su indumenti. Lo studio delle immagini delle telecamere, ma anche l’altezza della persona, la sua camminata, e altri elementi hanno consentito una comparazione con persone con stessa altezza ed età, fino a una sovrapposizione, quasi come avviene con una comparazione tra impronte digitali”.
I RUOLI NELL’OMICIDIO MENNA
Tra gli arrestati Rea, ritenuto l’esecutore materiale del delitto, mentre Luigi Romano e Giorgio Bilangia avrebbero aiutato il presunto killer. Romano, in particolare, avrebbe incaricato Bilangia, suo dipendente, di consegnare degli effetti personali a Rea ed entrambi avrebbero mentito agli investigatori.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, lo scorso marzo Rea, col volto coperto da una mascherina, cappellino e guanti, armato di pistola, arrivò sul luogo dell’agguato a bordo di una Lancia Delta con targa clonata, guidata da un complice. Dopodiché il presunto killer scese dall’auto ed esplose diversi proiettili contro Manna a distanza ravvicinata. La vittima riuscì a ripartire, ma Rea lo inseguì, continuando a sparare, fino a via vicinale Ravioncello Ponticelli dove la Twingo finì contro un marciapiede.
A quel punto il killer, si è avvicinò e sparò a Manna in faccia, lasciandolo agonizzante, per poi risalire sulla Delta e scappare in direzione Ponticelli. I due abbandonarono l’auto nella zona Cittadella di Casoria, in via Marco Doria, proseguendo a piedi verso Casalnuovo, fino a che Rea venne prelevato, sempre a Casoria, in via Nazionale delle Puglie, da un Fiat Doblò guidato da una terza persona che lo condusse nel centro della città. Manna sarebbe poco dopo deceduto per le gravi ferite riportate.