“Amore mio sto impazzendo io non vivo più sopravvivo perché il Signore mi vuole ancora su questa terra a svolgere dei compiti ti amo immensamente vita mia.Il vuoto che ci hai lasciato e indescrivibile tu mi hai fatto capire che avrei dovuto cercare il colpevole della tua morte io lo sto facendo amore mio e giuro che ci riuscirò a qualsiasi costo e a qualsiasi prezzo. Ormai la giustizia sta facendo il suo corso poiché tutti devono sapere che c’è un colpevole che hai avuto l’incidente alle 5,15 non sei morto subito e i carabinieri sono intervenuti alle otto meditate come siamo tutelati dalla legge! Mi rivolgo a te che sei colpevole e non hai prestato soccorso come fai a riposare in pace? Sappi che una madre e capace di qualsiasi cosa e sappi che a qualsiasi costo arriverò a te che hai avuto il coraggio di non soccorrere mio figlio scappando via. Sappi che oltre a dover pagare ci sarà una giustizia divina poiché il Signore può tutto e vede tutto . Lo stesso tormento che provo io te lo auguro a te e non so se mai riuscirò a perdonarti poiché ti dovevi assumere le tue responsabilità .Noi abbiamo perso la pace non si dorme più non si vive più ma Dio e grande Dio e amore e ci aiuterà senz’altro“
E’ questo il disperato appello di Patrizia D’Esposito, la mamma di Giovanni Fago, il motociclista 25enne morto il 27 aprile in seguito al tragico incidente stradale avvenuto al km 1,800 della strada statale «del Vesuvio». Lo scontro avvenuto nel territorio comunale di Pollena Trocchia, è stato fatale per il giovane di Somma Vesuviana. Un incidente che, a detta della mamma, ha molti lati oscuri La donna in vari appelli su Facebook continua a chiedere aiuto a chiunque abbia visto o saputo qualcosa per far luce sulla vicenda. La signora Patrizia, inoltre, vuole conoscere il signore che ha soccorso per primo Giovanni subito dopo lo scontro.
“Tu che hai causato l’incidente presentati alla legge poiché ricordati c’è anche quella divina a cui non puoi sfuggire”, scrive infine la donna in un post.
«Mi rivolgo alle coscienze di coloro che erano sul posto, pregando loro di contattarmi almeno voi che avete visto tutto anche se per l’ultima volta mio Figlio. Vi prego, contattatemi (all’indirizzo e-mail: [email protected]) e condividete il mio appello per la verità».
