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venerdì, Aprile 26, 2024
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La lettera dell’ex camorrista ai giovani: “Non fate i miei stessi errori, state lontani dalla malavita”

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Sulla scorta degli eventi rappresentativi della sua vita, un ex camorrista, dal carcere, decide di scrivere una lettera che indirizza in particolar modo ai giovani. All’interno di questa si susseguono consigli e riflessioni che l’uomo si augura possano essere d’aiuto a chi potrebbe incorrere in scelte negative. “Non vivente come ho fatto io. Me ne vergogno tanto, mi pento di ogni singola azione”. 

La sincerità dell’ex camorrista  

Non fate i miei stessi errori, non vi accostate ad ambienti di dubbia valenza e poco raccomandabili. Andate a scuola, studiate e imparate un mestiere. Quello che di più bello c’è nella vita è l’onestà. Non sapete quanto sia soddisfacente guadagnarsi da vivere in modo lecito e quanto tornare a casa la sera e dormire tranquilli sia una vera ricchezza”. Queste parole che a tratti sfiorano la sentenza, tratteggiano al tempo stesso un monologo interiore motivato da esperienze personali che l’autore vuole confessare ai suoi riceventi al fine che nessuno possa cadere nello stesso abisso di disonestà. A parlare è V., un ex camorrista arrestato anni fa che ora sta scontando le sue pene nel carcere di Vicenza. 

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L’input che ha portato l’ex camorrista a scrivere 

In seguito all’omicidio di Francesco Pio Maimone, il ragazzo di 18 anni ucciso da un colpo di arma da fuoco a Mergellina ha indotto l’ex camorrista ad esporre le sue riflessioni. Il detenuto si rivolge in questo modo ai giovani nella speranza che i membri della nuova generazione possano salvarsi dal vituperio della malavita. Il colpevole dell’omicidio compiuto è un giovane ragazzo coetaneo della vittima, Francesco Pio Valda. Il ragazzo per ora si trova in stato di isolamento presso il carcere di Secondigliano con l’accusa di omicidio volontario aggravato.

L’impegno dell’associazione Bon’t Worry   

Al fine di estendere il suo messaggio a quante più persone possibili l’ex camorrista ha affidato le sue memorie e consigli all’associazione Bon’t Worry. Si tratta di una onlus il cui scopo è quello di contrastare fenomeni di violenza appartenenti a schiere diverse. Altro fondamento essenziale dell’associazione è quello di reinserire nell’orbita sociale tutti i detenuti che per un motivo o per un altro potrebbero essere ancora in difficoltà anche dopo aver scontato la pena in carcere.

La salienza emotiva della lettera

“Vorrei solo quantomeno rimediare, anche se solo in piccola parte, agli errori che ho commesso. Vorrei che il modo in cui ho condotto la mia vita possa essere l’esempio a cui i giovani guardano per capire che la strada giusta non è quella della violenza. La cronaca nera racconta ogni giorno di vite giovanissime stroncate, in questa guerra ci rimettono sia vittime che carnefici. A quest’ultimi, oltre che a tutti gli altri giovani della nostra bellissima Napoli, mi vorrei rivolgere in particolar modo. Non credete che far parte di una gerarchia di mafiosi vi renda uomini duri, gli uomini duri, quelli veri, vivono nella legalità. Mi vergono tanto di quello che ho fatto, ad oggi mi dissocio da quella vita schifosa. Questi alcuni dei punti salienti espressi in alcune sezioni della lettera che risultano essere i fondamenti attorno ai quali costruire un etica rispettosa verso il prossimo e se stessi.

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