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La questione dell’inquinamento del canale Agnena è nata in seguito alla presenza di una macchia nera dopo che il canale era diventato limpido durante la quarantena. Un’azienda bufalina era stata ritenuta responsabile di quanto accaduto, ma le indagini, nel loro prosieguo, hanno messo invece in luce un cattivo funzionamento di un depuratore. I carabinieri forestali di Castel Volturno, insieme ai colleghi della stazione territoriale di Grazzanise e ai militari della locale Guardia Costiera, disposero il sequestro preventivo del depuratore intercomunale di Vitulazio per reato di inquinamento ambientale.
Il sequestro fu disposto dopo che le analisi eseguite sui campioni d’acqua hanno mostrato la presenza di Escherichia Coli pari a 380.000 UFC, mentre il limite è di 5000 UFC. Presente anche una contaminazione di DNA umano e deboli tracce di DNA animale, attribuendo la macchia nera a illeciti scarichi di acque reflue urbane non depurate. La macchia, quindi, non è riferibile all’attività dell’azienda precedentemente ritenuta responsabile.
L’ISPRA del Ministero dell’Ambiente ha evidenziato come gli scarichi fossero già presenti, ma si sono mostrati solo il 6 maggio a causa della risalita dell’acqua marina all’interno della foce e del canale. È stata eseguita anche un’attività di ricognizione del bacino del Canale per ispezionare le sponde e da cui è emersa la presenza di un allevamento bufalino che aveva depositato cumuli di letame.
La decisione di sequestrare il depuratore è perché serve una popolazione di circa 19 mila abitanti ed è una fonte inquinante, rispetto a tutte le altre visionate. Incolpazioni provvisorie sono state date ai Sindaci dei 4 Comuni interessati: Vitulazio, Pastorano, Camigliano e Bellona.