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mercoledì, Aprile 16, 2025
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L’arsenale del clan Esposito-Marsicano-Calone, la polizia sequestrò le armi dopo l’intercettazione

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Un vero e proprio arsenale di camorra quello detenuto dal clan Esposito-Marsicano-Calone attivo a Pianura e comandato dal ras Emanuele Marsicano. Dopo l’omicidio di Antonio Gaetano detto biscotto, la cosca la cosca si organizzò per la vendetta (leggi qui l’articolo). Per mettere a punto il loro piano fecero la lista delle armi a disposizione presenti all’interno di un deposito, tra cui un’arma lunga, giubbotti antiproiettile, munizionamento vario oltre ad una panetta di hashish del tipo Q8. Le conversazioni erano però intercettate dagli inquirenti. Il 13 aprile 2023 la polizia effettuò una perquisizione in via Evangelista Torricelli nello stabile abitato dalla famiglia Gaetano rinvenendo, per l’appunto, tutto ciò di cui i due interlocutori avevano discusso al telefono, compreso un fucile Beretta calibro 12 e cartucce per un Ak-47 (“Kalashnikov”), due caricatori bifilari per arma corta, quattordici cartucce calibro AK47, ventitré cartucce calibro 9×19, sessantotto cartucce calibro 38 special, quarantacinque cartucce calibro 9×21, quarantotto cartucce calibro 22, novantadue cartucce calibro 7×65, sei cartucce calibro 380 auto, novantasei cartucce calibro 22/B.

Il giorno dopo in una telefonata tra Emanuele Marsicano e la moglie, la donna raccontò al marito che Gennaro Gaetano, papà di Antonio, si era recato presso la sua abitazione per raccontargli del sequestro delle armi e della droga, sensibilizzando la donna a porre attenzione sul fatto che potesse esserci qualche microspia all’interno della sua abitazione, in ragione del fatto che ne aveva parlato con Marsicano Emanuele al telefono qualche giorno prima del ritrovamento. I due coniugi commentando di non avere avuto notizia dai giornali del sequestro, citando anche InterNapoli.

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Marsicano: “Ah… e su Internapoli non è uscito niente?”

La moglie: “Appunto, non è uscito niente! Poi non lo so se uno lo deve credere o no”. 

La coppia paventa l’ipotesi che il racconto del sequestro potesse essere non veritiero e dunque inventato da Gaetano Gennaro per impossessarsi del materiale custodito.

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Antonio Mangione
Antonio Mangionehttp://www.internapoli.it
Giornalista pubblicita iscritto dalll'ottobre 2010 all'albo dei Pubblicisti, ho iniziato questo lavoro nel 2008 scrivendo con testate locali come AbbiAbbè e InterNapoli.it. Poi sono stato corrispondente e redattore per 4 anni per il quotidiano Cronache di Napoli dove mi sono occupato di cronaca, attualità e politica fino al 2014. Poi ho collaborato con testate sportive come PerSempreNapoli.it e diverse testate televisive. Dal 2014 sono caporedattore della testata giornalistica InterNapoli.it e collaboro con il quotidiano Il Roma
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