Un drammatico lutto ha sconvolto Caivano venerdì scorso. Quello di Maria Paola Gaglione, la 22enne morta a bordo di uno scooter dopo essere stata speronata e uccisa dal fratello, Antonio, 25 anni. Alla base dell’inseguimento e dell’aggressione una relazione omosessuale con un’altra persona. Relazione mai accettata dall’uomo. Proprio Ciro, l’altra metà di Maria Paola, poco fa ha voluto dedicarle un lungo messaggio su Instagram:
“Amore mio, oggi sono esattamente tre anni di noi. Tre anni a prenderci e lasciarci in continuazione. Avevo la mia vita come tu avevi la tua, ma non abbiamo mai smesso di amarci. Dopo tre anni ti stavo vivendo, ma la vita mi ha tolto l’amore mio più grande, la mia piccola. Non posso accettarlo”, ha aggiunto, “perché Dio non ha chiamato me? Perché proprio a te, amore mio. Non riesco più a immaginare la mia vita senza te, non ci riesco. Non riesco più a dormire”, si legge nel suo lungo messaggio, “penso a te 24 ore su 24 amore mio, mi manchi, mi manchi tantissimo. Eri l’unica per me, l’unica che mi amava veramente. Non posso accettarlo ancora.. non ci riesco. Mi mancano le tue carezze.. mi manca quanto mi svegliavi la mattina a darmi fastidio. Mi manca tutto di te, non ho mai smesso di amarti dal primo giorno che ti ho vista, ti amerò per sempre piccola mia”.
Lo speronamento e la morte di Maria Paola
La confessione ai carabinieri: «Volevo punirla, me l’ha infettata»
Dopo indagini lampo, il cerchio si stringe intorno ai familiari di Maria Paola: Antonio Gaglione viene interrogato in caserma e sottoposto a stato di fermo. Confessa tutto. Deve rispondere di omicidio e violenza privata aggravata da omofobia. «Ho fatto una stronzata – avrebbe detto ai militari – volevo solo dare una lezione a mia sorella e alla compagna che l’ha infettata».