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venerdì, Aprile 26, 2024
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“Qui c’è Matteo Messina Denaro”, blitz in ospedale per catturare il superlatitante ma era un falso allarme

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Si è rivelato un falso allarme quello sulla presenza di Matteo Messina Denaro in ospedale Bonino Pulejo di Messina. La persona che si credeva fosse il superlatitante, alla fine era un normale paziente.  Il dubbio sulla reale identità dell’uomo è venuto ad alcuni infermieri che hanno chiesto l’intervento delle forze dell’ordine dicendo che tra i malati c’era il boss di Cosa Nostra.

A quel punto magistrati e investigatori hanno fatto scattare un blitz: la Procura ha subito inviato i militari del nucleo speciale per prelevare un campione di Dna dall’uomo ricoverato originario di Castelvetrano, in provincia di Trapani, esattamente come il capo mafia ricercato. Intanto nelle struttura sanitaria sono state bloccate le vie d’accesso e di uscita. L’operazione, coordinata dal procuratore Maurizio De Lucia, si è conclusa poco dopo quando si è avuta la certezza che non si trattava di Matteo Messina Denaro.

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Troppe le coincidenze: l’età, la provenienza, la corporatura, la situazione medica dell’uomo. Dopo un consulto tra di loro, alcuni infermieri hanno preso coraggio e hanno avvisato le autorità competenti. Immediatamente la Procura ha  inviato i militari del nuclei speciali per prelevare un campione di Dna dall’uomo e per verificare se si trattasse davvero del capomafia. Ma non era lui. Il super ricercato Matteo Messina Denaro è latitante da oltre 26 anni, figura al primo posto nella lista dei mafiosi ricercati, viene braccato dalle forze dell’ordine, ma sembra che continui tranquillamente a muoversi in tutta Italia. Secondo il pentito di mafia, Matteo Messina Denaro si sarebbe nascosto per un periodo nella cantina di una casa di campagna in Veneto, un «edificio di colore giallo» dove sarebbe stato ospite di Vincenzo Centineo, un altro siciliano (originario di Gangi) finito anche lui nell’inchiesta sui Casalesi di Eraclea.

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