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martedì, Marzo 19, 2024
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Morte Maradona, la sorella contro le figlie del ‘Pibe’: «Lo avevano abbandonato»

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Il ricordo di Diego Maradona è ancora vivissimo in tutta l’Argentina, e viene fuori che tuttora l’ex ct di Diego in nazionale, Carlos Bilardo, ancora non sa della morte dell’ex fuoriclasse, notizia che potrebbe aggravare, per l’impatto emotivo, le sue condizioni di salute. Intanto non si placano le polemiche fra le varie componenti della famiglia di Maradona, con la sorella Ana che replica alle figlie del campione, Dalma e Giannina, accusandole di aver abbandonato il padre negli ultimi tempi.

La sorella di Diego contro le figlie del giocatore

Io non ho mai chiesto denaro, altrimenti a quest’ora avrei un condizionatore in casa, invece dei debiti – ha detto Ana Maradona all’emittente Canal 13 -. I miei figli e quelli delle mie sorelle non hanno mai vissuto grazie a Diego. Lui era generoso, ci regalava qualcosa, ma non lo usavamo per vivere. Quindi quelle persone (Dalma e Giannina n.d.r.) stiano zitte e si dimentichino di noi”. “Noi sì che siamo addolorate – ha detto ancora la sorella di Maradona -, e i soldi non ci interessano perché, come ho già detto, non abbiamo vissuto grazie a lui. Invece loro senza di lui sarebbero state il nulla, se fossero state figlie di un Juan Perez chi avrebbe saputo di loro? Comunque sono Dalma e Giannina ad essere contro di noi, noi non abbiamo nulla contro di loro”.

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Secondo la donna, la cosa peggiore è stata che “Diego era stato abbandonato dalle figlie, quando sono venute a vederlo? Mai, e questo possiamo provarlo“.

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“Lo stadio San Paolo resti al Santo che ci ha portato Gesù! Sento con umiltà la grande responsabilità di dirvelo”. Queste le parole che don Salvatore Giuliano, parroco della basilica di San Giovanni Maggiore, ha fatto recapitare al cardinale Sepe tramite una lettera.

La proposta di doppia intitolazione

“Tutti d’accordo su un punto – riporta Il Mattino – no ai colpi di spugna, ok al San Paolo di Maradona così come a Milano c’è il San Siro – Meazza”. Il Consiglio dei decani potrebbe valutare la proposta della doppia titolazione, e poi passarla ai presbiteri: “Il giusto compromesso per salvare la fede e onorare il campione”.

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