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venerdì, Aprile 19, 2024
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Clan Mazzarella, nuovo processo d’appello per i fratelli Bonavolta

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Dovranno affrontare un nuovo processo d’appello. Tutto da rifare per Mariano e Luigi Bonavolta, fratelli indicati come organici al clan Mazzarella e arrestati nel maxi blitz di due anni fa. A stabilirlo la Corte di Cassazione (I sezione) che ha annullato la sentenza d’appello nei confronti dei due germani (difesi dall’avvocato Salvatore D’Antonio) e per Vincenzo Santaniello (difeso dall’avvocato Riccardo Ferone) con rinvio per un nuovo giudizio ad un’altra sezione della Corte d’Appello di Napoli. Respinti invece i ricorsi di Francesco Mazzarella (condannato a 11 anni) e Salvatore Donadeo (condannato a 18 anni). Dichiarati inammissibili invece i ricorsi di Francesco Barattolo, Giuseppe Cozzolino, Luigi Gitano e Antonio Scognamiglio. La Suprema Corta ha invece annullato con rinvio il trattamento sanzionatorio per Marco Esposito Montefusco, Gianluca Fummo e Gennaro Limatola. Tutti gli imputati erano accusati e già condannati per associazione per delinquere di tipo mafioso, ma nel caso di Montefusco, Fummo e Limatola i giudici di Cassazione hanno evidenziato che nei precedenti gradi di giudizio la pena fosse stata inflitta applicando la norma errata visto che per i reati di associazione mafiosa si prevede una pena di almeno dieci anni di reclusione. Per i tre ras si prospetta dunque una riduzione di pena nel nuovo processo d’appello che si aprirà nei prossimi mesi.

L’articolo precedente: il no dei Mazzarella ai Silenzio

C’è anche un no nei verbali allegati all’ordinanza di custodia cautelare che ieri mattina ha portato in carcere il gruppo dirigente dei Silenzio di via Taverna del Ferro, il ‘Bronx’ di San Giovanni a Teduccio. Un no pesante perchè arrivato direttamente dai Mazzarella con cui il boss Franco Silenzio aveva stipulato un’alleanza in funzione anti-Formicola. Accadde quando Silenzio, secondo la Procura, uccise Annamaria Palmieri (rea di aver favorito il tradimento del boss, leggi qui l’articolo). L’obiettivo di Silenzio era il ras Giuseppe Savino, pezzo da novanta dei Formicola: per raggiungere il suo obiettivo ed ucciderlo Silenzio chiese aiuto ai Mazzarella e in particolare a Salvatore Fido. Il particolare è stato riferito dal collaboratore di giustizia Umberto D’Amico ‘o lion:«Sapevamo che Franco Silenzio voleva la morte di Peppe Savino. Ce lo disse proprio lui e ci disse di chiedere a Salvatore Fido (all’epoca reggente dei Mazzarella) se volesse ‘vendersi’ Peppe Savino. Noi glielo chiedemmo e Fido disse di no, che i compagni non si vendono». Un no secco dunque, pronunciato proprio da colui che all’epoca reggeva le redini del gruppo di San Giovanni a Teduccio.

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I motivi della rottura tra i Formicola e i Silenzio: l’omicidio di Annamaria Palmieri

Come anticipato da Internapoli Annamaria Palmieri, soprannominata ‘Nino D’Angelo, pagò con la vita l’aver favorito l’incontro di due persone (leggi qui l’articolo), una di queste  Assunta Formicola. Come rivelato da un altro pentito, Antonio CostabileIl clan Silenzio si è staccato dal clan Formicola dopo l’uscita dal carcere di Francesco Silenzio, tradito dalla moglie Susetta Formicola. È accaduto il 2 dicembre del 2017”. Il pentito racconta cosa accadde quella sera:“Arrivò Giuseppe Savino e cominciò a dire parolacce contro Francuccio e Ferdinando Di Pede. Francuccio prese Annamaria per il braccio e la porto giù mentre io li seguivo. Arrivati nell’androne Francuccio aprì il cancello e uscimmo fuori. Fece mettere in ginocchio Annamaria dicendole che a San Giovanni comandava lui e nonostante Annamaria lo supplicasse di non farlo lui le sparò il primo al petto dicendo “porta questo a quelli là”, riferito a Susetta e alla madre». Per l’omicidio Palmieri oltre Franco Silenzio rispondono Vincenzo MariglianoAlfonso Silenzio e Demetrio Morra.

 

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