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venerdì, Aprile 26, 2024
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«Mirko ‘o vucabulà me l’ha detto», la guerra tra Riccio e Carmine Amato raccontata dal pentito

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Mariano Riccio e Carmine Amato si odiavano e lottavano ognuno per il controllo del clan. Questo lo scenario nel cui sfondo si staglia l’omicidio di Antonino D’Andò, fedelissimo di Amato junior, e per questa sua fedeltà entrato nel mirino della fazione maranese del gruppo. Il suo omicidio (un delitto eccellente considerando la caratura criminale della vittima) segna una spaccatura insanabile tra le due fazioni come spiegato dal collaboratore di giustizia Fabio Vitagliano:«Ho saputo di questo omicidio saputo da Mirko Romano (la cui storia ispirerà il personaggio di Valerio ‘o vucabulà in Gomorra) e poi da Ciro Scognamiglio nel corso della mia recente detenzione a Poggioreale. E Scognamiglio è uno degli autori materiali, gli altri esecutori sono Mario Ferraiuolo, Giosuè il piccolino, Salvatore
Romano, Giosuè il grande. L’omicidio di D’Andò viene deciso da Mariano Riccio perchè questo voleva essere capo di tutto e non voleva contrasti quando prendeva le decisioni. Per
quanto riferitomi da Mirko Romano il cadavere venne sciolto nell’acido dagli stessi esecutori, non so dove venne ucciso ne dove venne sciolto il cadavere».

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