Morta di infarto causato dalle forti scosse di terremoto nei Campi Flegrei. Questa è la tragica fine della 73enne Antonietta Caiazzo che è deceduta lo scorso 15 febbraio. A denunciare l’accaduto a InterNapoli è stata sua figlia, Vincenza Mosi, che abitava con lei in una casa all’interno di un parco in via Solfatara. “Mia mamma se n’è andata perché il cuore non ha retto nel pomeriggio di sabato 15 febbraio, quando è cominciata l’ultima serie di scosse. Stava bene, non aveva patologie pregresse e l’unica precauzione era prendere la pillola per l’ipertensione“, ha detto ricordando quel pomeriggio.
Il racconto della figlia di Antonietta
“Attorno alle 16 di quel sabato Antonietta ha avvertito la prima scossa ed ha cercato subito riparo, impauritissima. Ha fatto pochi passi ma ha subito detto di non sentirsi bene“. Pochi secondi dopo il dramma che è stato raccontato dalla figlia. “Mia mamma si è immediatamente accasciata. Il cuore non ha retto per la paura, i soccorsi del 118 sono stati purtroppo inutili. È morta in un attimo“.
Ma a non andare giù a Vincenza è stato un aspetto che ritiene fondamentale e che, a suo dire, potrebbe aver inciso rispetto a quanto successo: “Perché il Comune di Pozzuoli non ha lasciato perennemente attivo delle strutture di accoglienza sul territorio per le persone fragili e anziane? Mia madre aveva paura soprattutto da maggio 2024, da quando cioè c’era stato l’altro pesante sciame sismico che ha costretto anche noi ad abbandonare l’abitazione, restare in auto per qualche tempo e andare in albergo (a spese del Comune ndr.) fino a giugno per inagibilità strutturale prima di rientrare grazie anche ai lavori di consolidamento all’abitazione e l’attestazione di cessato pericolo. Nonostante questo, però, mamma non era tranquilla”.
La scossa del 15 febbraio
Vincenza è stata colta dalla disperazione. “La scossa di sabato 15 febbraio era pesante ma non quanto quelle successive, è vero. Ma per mia mamma era sufficiente per essere preoccupata. Le strutture ci risulta sono state realmente attive dalla serata di domenica: troppo tardi. Ripeto, dovevano essere lasciate attive sempre, anche nei periodi di calma evitando a tante persone di costringere a dormire in auto “.
Vincenza Mosi ha chiuso in modo amaro. “Il Comune di Pozzuoli faccia ammenda per quanto successo e ne tragga le dovute conclusioni. Mia mamma Antonella voleva parlare con il sindaco di Pozzuoli proprio per dirle come a suo modo fosse necessario avere sempre una struttura pronta all’accoglienza, tipo il Palatrincone. Non ha fatto in tempo“.