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sabato, Aprile 27, 2024
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Napoli. Mamma pubblica la foto del bimbo in manette per emulare il padre detenuto

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A poche ore dalla relazione semestrale della DIA, in cui è emersa la svolta social della camorra, fanno riflettere le immagini diffuse su TikTok dalla moglie di un detenuto.

La superficialità dei social: la camorra emulata su TikTok

La donna, assecondando i trend del social, mostra una foto del figlio. L’immagine postata ritrae un bimbo ammanettato ad una grata, con la scritta – forse velata di ironia – “Già troppo tardi per mio figlio“. Lasciando intendere, in questo modo, che il bambino avrebbe potuto seguire le orme del padre. Probabilmente, l’intento del piccolo era proprio quello di emulare il papà, attualmente detenuto in carcere. Un gesto, quello della madre, dettato forse dalla superficialità o dalla meccanicità nell’utilizzo dei social. Ma che, non si può negare, sia di cattivo gusto.

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Benvenuti nel circo delle mogli dei detenuti

La stessa donna, nel giro di poco, ha pubblicato su TikTok anche un altro video, dal titolo “Benvenuti nel circo delle mogli dei detenuti“. Il contenuto mostra la donna in piedi, davanti una parete bianca sulla quale compaiono una dopo l’altra – a ritmo di musica – frasi che si è sentita ripetere in quanto moglie di un uomo carcerato. In conclusione, la sua risposta a nome di tutta la categoria: “Noi non vi sentiamo“. Sta volta, invece, parrebbe venir reiterata la solita retorica dell'”ingiustamente carcerato”, che viene facilmente sdoganata sui social.

Le parole del consigliere Nappi in merito alle immagini su TikTok

La denuncia è stata lanciata da Severino Nappi, consigliere regionale e coordinatore della città metropolitana di Napoli della Lega. “Nel giorno in cui la Dia pubblica la relazione semestrale, e viene sottolineata la svolta social della malavita organizzata, da TikTok emerge il profilo della moglie di un malavitoso inserito in un clan dell’area Est di Napoli. La donna che dà ai follower ‘il benvenuto nel circo delle mogli dei detenuti’ e arriva perfino a postare la foto del figlio ammanettato a una grata. Il gesto appare come un chiaro tentativo di emulazione nei confronti del genitore recluso. Come è accaduto di recente, quando mi sono imbattuto nell’album delle figurine dei clan, anche in questo caso provvederò a segnalare l’episodio alle autorità competenti”.

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