Un omicidio che certificò i malumori già presenti. Una tensione strisciante divenuta poi manifesta tra Antonio Mennetta, reggente della Vanella Grassi, e suo cugino Rosario Guarino il famigerato Joe Banana da tempo collaboratore di giustizia. A rivelare il particolare nel suo lungo memoriale un altro ex colonnello della cosca del centro storico di Secondigliano, Fabio Magnetti.
L’omicidio in questione è quello di Giovanni Candone, ucciso nell’ottobre del 2011. Candone, secondo il racconto di Magnetti, pagò con la vita l’essere entrato nel mirino degli Abete a quel tempo alleati della Vanella Grassi. Il giovane, stando al racconto di Magnetti, una volta uscito dal carcere chiese una mano a Guarino per poter lavorare con il clan: “Giovanni Candone si rivolse a Rosario Guarino chiedendo di poter entrare a far parte della nostra famiglia. Ben consapevole della circostanza che nella faida del 2004 Candone ebbe un problema con la famiglia degli Abete, Guarino decideva di parlare comunque di questo nuovo ingresso proprio con questi ultimi”. Gli Abete non dimenticarono però il torto subito e così chiesero a Joe Banana la ‘testa’ del 37enne.
Come raccontato da Magnetti gli Abete “incaricarono lo stesso Guarino di procedere con l’uccisione di Giovanni Candone a titolo di cortesia tra le famiglie. Guarino riferì immediatamente il contenuto di questa conversazione a Mennette, il quale si arrabbiò molto, sostenendo che la nostra famiglia non avrebbe dovuto fare nulla poiché si trattava di una questione che riguardava solo gli Abete”. Quel delitto fu commissionato proprio a Magnetti che poi rivelerà “Io (insieme ad Alessandro Grazioso) dopo aver distrutto le armi e dopo esserci cambiati entrambi di abito, mi racai da solo da Guarino per confermargli che l’omicidio era stato compiuto. Ricordo che Antonio Mennetta si infuriò molto, si sentì preso in giro da Guarino”.
