Indagini serrate della Squadra Mobile di Napoli per risalire ai killer dell’omicidio di Alessandro Napolitano, ammazzato ieri sera in via Cupa Capodichino, quartiere Miano, nella sua auto dopo aver abbassato la saracinesca del bar di sua proprietà, il bar Azzurro. Gli inquirenti stanno vagliando le ultime ore di vita di Alessandro, a partire dal suo telefonino e dai suoi ultimi movimenti. Una vita abbastanza tranquilla quella del giovane ragazzo di Miano. Alessandro aveva una compagna, Rossella, con cui aveva avuto un figlio che amava molto, il piccolo Gianni. Sicuramente chi ha ucciso Alessandro conosceva bene le sue abitudini, che in quel momento si trovava nel bar e stava per tornare a casa. L’intenzione era quello di ucciderlo e non ferirlo visto la quantità e l’indirizzo di colpi esplosi.
Le due piste
Pare che Alessandro abbia avuto due discussioni, a distanza di cinque giorni l’una dall’altra, con delle persone ancora da identificare. Una discussione per motivi non legati alla malavita. E’ questa dunque l’ipotesi più accreditata, anche se non si esclude alcuna pista. Al vaglio degli inquirenti ci sono anche le amicizie pericolose di Alessandro, che come può capitare in un quartiere difficile come Miano sono molto facili. Napolitano, molto conosciuto nella zona e nel vicino rione Gescal, gestisce il bar insieme al fratello: fondamentali saranno le prossime ore per capire cosa sia accaduto e quali le modalità di azione del commando.