Pompe funebri dei Cesarano, due assoluzioni ed una condanna. E’ quanto ha stabilito il gip del tribunale di Napoli nei confronti di altrettante persone accusate a vario titolo di inosservanza dei provvedimenti dell’autorità pubblica, trasferimento fraudolento di valori e illecita concorrenza. Al termine del processo celebrato con il rito abbreviato assolti per non aver commesso il fatto Ciro Cesarano, 35enne di Quarto (la Dda aveva chiesto 2 anni e 6 mesi, difeso dagli avvocati Luigi Senese, Maria Pia Anastasio e Fabio Segreti) e Monica Liguori, 48enne napoletana di San Pietro a Patierno, assistita dall’avvocato Emireno Valteroni. Giuseppe Esposito, 71enne di Cellole, rimedia 1 anno con la sospensione della pena e con l’esclusione dell’aggravante mafiosa.
Secondo l’accusa (caduta completamente in sede di giudizio) il gruppo Cesarano, storicamente attivo nelle onoranze funebri, avrebbe continuato a svolgere la sua attività nonostante l’interdittiva antimafia servendosi di alcune ditte compiacenti della zona. In particolare a queste società sarebbe stata attribuita in maniera fittizia l’attività imprenditoriale continuando così l’organizzazione dei funerali e l’affissione dei manifesti. Fatti contestati a partire dalla fine del 2018 fino a maggio del 2020 in particolare tra Marano, Calvizzano, Pozzuoli e Quarto.