E’ stata rinviata al 2 novembre l’udienza del processo, col rito ordinario, sulle infiltrazioni del clan Mallardo in Toscana che vede alla sbarra diversi imputati. Stamattina, davanti alla Sesta Sezione del tribunale di Napoli – collegio B – doveva essere celebrata la prima udienza ma è stata rinviata ad inizio novembre poichè il collegio giudicante era composto in modo irregolare. Il rito ordinario è stato scelto da Rocco Aliperti, Domenico Liccardo, Mario Liccardo, Paolo Liccardo, Paolo Liccardo, Feliciano Mallardo, Francesco Mallardo, Domenico Martino, Vito Mauriello, Mario Nocentini e Salvatore Penniello.
L’inchiesta – condotta dai pm della Dda partenopea Ilaria Sasso del Verme e dal pm Cristina Ribera – si è avvalsa soprattutto di indagini patrimoniali e intercettazioni telefoniche e ambientali, mentre poco rilevante è stato il contributo offerto dai collaboratori di giustizia a dimostrazione – come hanno spiegato gli inquirenti – che il clan Mallardo è un gruppo assai coeso in cui le defezioni sono assai rare o inesistenti.
Secondo l’accusa della procura i Liccardo erano al servizio del clan Mallardo per effettuare investimenti sia nel Giuglianese che in Toscana utilizzando soldi derivanti da attività illecite e società create ad hoc per fare speculazioni.
Nel collegio difensivo ci sono, tra gli altri, gli avvocati: Michele Giametta, Mario Bruno, Raffaele Costanzo, Francesco Smarrazzo, Gianpaolo Schettino, Biagio Borretti, Luigi Poziello.
Il rito Abbreviato è stato scelto invece da Antonio Liccardo, Loredana De Felice e Michele Quaranta per i quali ci sono state anche le richieste di condanna. Per Antimo Liccardo, dipendente comunale (difeso dagli avvocati Giovanni Nappa e Angelo Raucci) sono stati chiesti 16 anni; per Loredana De Felice (difesa dall’avvocato Antonio Zobel) invocati 8 anni di reclusione; per Michele Quaranta chiesti invece 10 anni.