Le organizzazioni criminali vivono di consenso sociale e proprio grazie a quello riescono a legittimare la loro presenza agli occhi dei cittadini e dei commercianti. La camorra tenta di ricoprire anche il ruolo di difensore del quartiere, ma l’intento vero è tutt’altro che altruistico. Tenere lontano il crimine ‘comune’ è un modo per manifestare l’egemonia criminale, cos’ come non attirare le attenzioni delle forze dell’ordine e consolidare il clima di omertà.
Anche il clan Vigilia avrebbero voluto impedire i furti e le rapine all’interno del quartiere di Soccavo da parte di ladri, cosiddetti “cani sciolti”, e di altre bande di malviventi. Questa forma mentis camorristica emerge da un’intercettazione tra il boss Alfredo Vigilia e il nipote Lino, registrata in carcere nel 2016.
LE INTERCETTAZIONI
Alfredo: Pure tutte queste tarantelle sui giornali (incomprensibile) dentro ai supermercati, dentro alle tabaccherie, dentro alla macellerie.
Lino: Ma questa è una cosa (facendo un gesto con la mano come ad indicare che era una cosa passata).
Alfredo: No pure ora, ora ho letto il giornale.
Lino: E ‘ una cosa vecchia.
Alfredo: Ora, ora hanno fatto uno ad Antonio, come si chiama, via Stanislao Manna, un altro lo hanno fatto, ma non fate rubare nei quartieri dove lavorate voi.
Lino: Zio ma secondo te facciamo rubare noi?
Alfredo: Per non dire che non ci interessa, perché non comandiamo noi la gente che cosa vuole fare, però se uno vede a qualcuno che ruba.
Lino: Ma è normale.
Alfredo: Prendetelo a calci in culo e vedete dove dovete andare a rubare.
Lino: Zio ma è normale, mica.
Alfredo: Stiamo di casa noi la. All’ultimo a tutto le guardie se lo prendono sempre con noi e poi è pure peccato, un quartiere così tranquillo, se stavo fuori quando si permettevano di fare una rapina, uno scippo, un furto in un magazzino, è diventato il porto franco di tutti quanti, ognuno viene e fa quello che vuole, inc… (fanno rumore con le carte dei dolci, ed Alfredo parla a bassa voce).
Lino: Zio ma mi rispettano, zio mi rispettano tutti quanti.
Napoli, il clan offriva i dolci la domenica e fermava i furti nel quartiere: “Così la camorra comprava l’omertà dei cittadini”
Per neutralizzare le forze dell’ordine ed evitare che i cittadini potessero essere collaborativi con la Polizia, la camorra impediva che si compissero furti e rapine nel quartiere Soccavo di Napoli e la domenica consegnava anche pacchi di dolci alle famiglie bisognose: è quanto emerge dall’ordinanza con la quale il Gip Anna Tirone ha disposto l’arresto di quattro presunti affiliati al clan Vigilia.
Complessivamente gli indagati sono 24, tra cui Alfredo e Pasquale e Vigilia, padre e figlio, quest’ultimo però ucciso a 24 anni, il 18 dicembre 2012, da due killer con colpi di pistola alla testa in un centro scommesse del quartiere Soccavo. La vicenda dei dolci emerge dall’intercettazione di una conversazione in carcere a cui prendono parte il boss Alfredo Vigilia, suo nipote Pasquale, detto Lino, e un altro affiliato ritenuto la guardia del corpo di Pasquale a cui erano state affidate le redini dell’organizzazione camorristica e che aveva l’ultima parola su tutto: “Stabilisci tu chi ha ragione e chi ha torto”, gli dice Alfredo.