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venerdì, Aprile 26, 2024
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Un selfie con il boss, poi il post: Facebook ha incastrato i La Torre

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Come cambiano i tempi! No, non è un’esclamazione dozzinale tipica degli anziani al circolo. Mai come in questi casi, è quanto viene da pensare. Capita che, nel 2018, una potente famiglia camorristica, riferimento nel panorama criminale dell’alto casertano, venga messa alla sbarra – di nuovo – per un post su Facebook. Un post, avete letto bene. Proprio come quelli che pubblicate anche voi, sulle vostre bacheche. La storia è abbastanza semplice ed è stata raccontata – per sommi capi, si capisce – dagli agenti che hanno condotto le indagini. Poi, concluse brillantemente. Augusto La Torre, il vertice del clan che comanda gli affari illeciti nell’area di Mondragone, è in carcere. Gli viene concesso un permesso speciale. Così, esce per qualche giorno. Il giorno della scarcerazione, ad aspettarlo ai cancelli del carcere c’è il figlio, Francesco Tiberio La Torre.

Un errore da dilettante

Francesco Tiberio è felice, quel giorno. Felice come un figlio che non abbraccia il padre da anni e che ora può farlo, senza che un vetro rinforzato o delle sbarre di metallo arrugginito si frappongano tra loro. E’ felice, sorridente, raggiante. Non sta nella pelle: chissà quante ne ha da raccontargli, chissà quante ne ha da voler vivere assieme a lui. E’ così felice che commette un errore. Un errore grossolano: da dilettante, oseremmo dire. Francesco Tiberio prende il suo smartphone, lo imposta rapidamente in modalità selfie, lo punta verso se stesso e verso suo padre Augusto e scatta. Qualche click e il selfie è su Facebook, sul suo profilo personale. E’ felice Francesco Tiberio, tanto da volerlo urlare ai quattro venti del web e non solo. Il padre, qualche anno prima, ha barattato uno sconto di pena e un regime carcerario meno rigido per qualche soffiata importante. E’ diventato una sorta di “collaboratore di giustizia all’occorrenza”.

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Francesco Tiberio La Torre, il prossimo Re

Sotto il post di Francesco Tiberio, però, nessuno sembra importarsene poi così tanto. Cuori, applausi, messaggi di vicinanza e di bentornato. Il fortino non ha abbandonato il suo Re e vuole farglielo sapere, in modo pulito e diretto. Lo fa attraverso il post del prossimo Re di Mondragone. Solo che, in silenzio, lo spettacolo ha anche altri spettatori interessati. La DIA prende nota, legge e scava in ognuno dei profili che si palesano sotto il post. E certo non come potremmo fare noi comuni utenti. Da lì, parte la richiesta dell’apertura di una nuova importante inchiesta sui La Torre di Mondragone. Su tutta la famiglia e sul ruolo che ognuno di loro ha nell’organigramma criminale del clan. E’ da quel post, insomma, che è cominciata la strada che ha portato Francesco Tiberio La Torre in carcere. Era lui che gestiva le piazze di spaccio e i relativi approvvigionamenti per conto della famiglia. Studiava per diventare Re. Ma ha commesso un errore da comune mortale. Quale è.

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