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sabato, Aprile 27, 2024
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“Soldi nel cesto a Natale e Pasqua”. Così Imperiale evitò l’estorsione del clan Cesarano

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Nell’ultima inchiesta contro il clan Cesarano sono state utilizzate anche le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Bruno Carbone. L’ex braccio destro di Raffaele Imperiale ha parlato dei rapporti del narcos stabiese con i vari esponenti della camorra in un interrogatorio risalente allo scorso marzo. L’esattore del clan Francesco Corbelli si sarebbe presentato su mandato del boss Vincenzo Cesarano, detto ‘u mussone, ad un imprenditore edile, cugino di Imperiale, dicendogli di presentarsi il giorno dopo con 50mila euro a Ponte Persica.

Dopo aver appreso la notizia dallo zio, Imperiale avrebbe inviato Marco Liguori e Pasquale D’Anna da Cesarano. Proprio sul primo Carbone si è soffermato: “Liguori Marco appartiene alla famiglia Amato, lavorava per conto di Imperiale vendendo cocaina a Melito”.

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LA REAZIONE DI ‘U MUSSUT

Secondo la ricostruzione dei magistrati ‘u mussut avrebbe finto di prendere le distanze da Corbelli e di non avere alcuna intenzione di estorcere soldi ad un familiare dell’ex latitante stabiese. Nonostante ciò Imperiale avrebbe inviato soldi al boss Cesarano in occasione delle festività sino al Natale del 2020 in segno di rispetto.

“SOLDI NEL CESTO NATALIZIO”

Raffaele decise di parlare direttamente con il mussone per evitare problemi al cugino e dinanzi alla decisione di Vincenzo Cesarano di non toccare un membro della famiglia Imperiale, Raffaele decise di mandare un regalo di 50mila euro, ma io gli suggerii che bastava un regalo di 20mila euro. Mandai qualcuno del mio gruppo, di cui ora non ricordo il nome, fuori a un bar stabiese con questa somma di denaro in dono al mussone e forse non si è neppure trattato di un caso singolo“, dichiarò Carbone.

Ricordo che i soldi era celati in un cesto natalizio, ma forse questo si è ripetuto pure a Pasqua. Sapevo da Imperiale che Vincenzo Cesarano era una persona di rispetto, un capo del clan Cesarano o di Ponte Persica, so anche che da poco era uscito dal carcere. Comunque la fonte di queste notizie è stato sempre Raffaele Imperiale.

IL RACCONTO DI IMPERIALE

La tentata estorsione è stata confermata anche dal narcos Imperiale nel gennaio scorso: “Un emissario di Bruno Carbone, di cui non ricordo il nome, ma so essere di Villa Literno, riuscì ad incontrare Vincenzo Cesarano, il quale prese le distanze da Corbelli dicendo che il suo nome era stato speso malamente e che egli non aveva intenzione di estorcere denaro a mio cugino, avendo rispetto per la mia persona. Questa cosa, nonostante avessi capito la falsità nell’atteggiamento di Vincenzo Cesarano, mi aveva comunque gratificato e decisi di mandare un regalo al Cesarano. Era mia intenzione donare una somma pari a 50mila euro al Cesarano, ma Carbone mi disse di non esagerare, limitandomi a dare 20mila euro e così ho fatto, inviando due volte l’anno, Natale e Pasqua, somme tra i 20mila e i 25mila euro in un cesto che venivano consegnati direttamente nelle mani di Vincenzo Cesarano da questo soggetto di Villa Literno che sapeva interloquire con il Mussone avendo la sua stessa età“.

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.
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