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venerdì, Aprile 26, 2024
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“Sono un ottimo padre”. Il post su Fb di Tony, il ‘diavolo’ di Cardito: la perizia psichiatrica potrebbe ‘salvarlo’

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“Al mare con il mio piccolo amore Enrico .la gioia più bella della vita mia .Sono orgoglioso di essere un ottimo padre presente ..sono orgoglioso e non ho niente da dimostrare a chi non mi stima ringrazio la mia amata Sorella…che è il mio secondo orgoglio che mi appoggia che mi sopporta e che è sempre con me ..e sono orgoglioso della mia fidanzata Raffaella che nel bene e nelle difficoltà c’è sempre e ci sarà sempre .. e sono orgogliosa della mia piccola Martina che amo come mia figlia VI AMO ..FIRMATO Tony”. Questo il messaggio che il 19 luglio del 2017 Tony Esseboti scrisse su Facebook nell’estate di due anni fa. Tony sui social è stato tempestato di commenti ed offese su tutti i tre profili aperti a suo nome. Enrico è suo figlio, ha il tatuaggio del suo nome sul petto.

 Tony si vantava di essere tenero e affettuoso con i bambini, mai nessuno avrebbe pensato che due anni dopo avrebbe ucciso il piccolo Giuseppe a mani nude per un banale motivo, ovvero la rottura del nuovo letto. Tanti i commenti di sdegno: “Datelo ai carcerati, ci pensano loro…”. Tony Essobti Badre è detenuto in isolamento nel carcere di Poggioreale- Come riporta Repubblica l’avvocato che lo assiste, Michele Coronella, chiederà la perizia psichiatrica: una delle poche armi di cui dispone per provare ad alleggerire la posizione processuale dell’indagato.

Oggi la convalida del fermo

E’ in programma in mattinata nel carcere di Poggioreale a Napoli, l’udienza di convalida per il 24enne Tony Essobti Badre, accusato dell’omicidio di Giuseppe, il figlio di 7 anni della compagna e del ferimento della sorellina di 8 anni, tuttora ricoverata al Santobono. Il 24enne dovrà chiarire se conferma quanto riferito subito dopo il fatto, quando ha ammesso di aver pestato i bambini perché avevano rotto la sponda del letto. Il legale del giovane, Michele Coronella, ieri aveva affermato che Tony voleva bene al piccolo. La Procura di Napoli Nord sta indagando sul ruolo della madre dei piccoli, per capire se fosse presente al momento delle violenze e perché, eventualmente, non sia intervenuta. Si è rifugiata a casa della madre, a Massa Lubrense, in costiera sorrentina. Ai parenti, secondo quanto riferiscono Corriere della Sera e Corriere del Mezzogiorno, avrebbe detto: “Ho preso Giuseppe, l’ho messo sul divano e poi ho chiamato il 118. Quando tutto è finito ho chiesto se potevo andare via”.
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