E’ stato scarcerato nei giorni scorsi Fausto Frizziero, storico ras dell’omonima famiglia della Torretta di Chiaia. Frizziero ha completamente espiato la sua pena ed è stato così formalmente scarcerato. Frizziero dalla scorsa estate era ristretto ai domiciliari. Inizialmente il ras era stato condannato a 27 anni di reclusione poi scesi a 18 grazie ad un incidente di esecuzione richiesto dal suo legale, l’avvocato Paolo Gallina, che era così riuscito ad ottenere una ulteriore decurtazione della pena in accoglimento di una parziale richiesta di continuazione di due precedenti condanne per rapina. In precedenza per Frizziero era stata anche avanzata la possibilità dell’indulto.
Il ricorso accolto dalla Cassazione
La Corte di Cassazione aveva infatti annullato l’ordinanza con cui il tribunale di Napoli aveva in precedenza rigettato la richiesta difensiva di estinzione della pena per due rapine di cui il ras si rese protagonista nel 1997, ben prima di finire in manette con l’accusa di associazione per delinquere di tipo mafioso. I giudici ritennero che, essendo Frizziero stato condannato nell’ottobre 2006 in quanto capo e promotore dell’omonimo clan, non avesse diritto al riconoscimento dell’indulto, previsto dalla legge del maggio 2006, in quanto viene ribadita la revoca del beneficio ai soggetti che nei successivi cinque anni avrebbero commesso reati non colposi. La Cassazione, in alcune pronunce, ha sostenuto che la permanenza della condotta di partecipazione finisce con la sentenza di primo grado, che nel caso del Frizziero, essendo stata emessa nell’ottobre 2006, avveniva dopo la legge dell’indulto, così ritenendo che il detenuto avesse commesso il reato fino a quella data. L’avvocato Gallina ha sostenuto in quell’occasione che non ci fossero condotte successive all’arresto di Frizziero in grado di ritenerlo ancora intento a commettere il delitto di associazione per delinquere di tipo mafioso. La Cassazione pertanto accolse il ricorso del legale.