Altri due anni di carcere duro. Questa la decisione del Ministro della Giustizia Carlo Nordio per Umberto Accurso, ras della Vanella Grassi da ormai dieci anni in regime di 41bis e condannato in via definitiva per gli omicidi di Carlo e Antonio Matuozzo. Per il Guardasigilli Accurso sarebbe ancora pericoloso e, anzi, potrebbe in un regime alternativo continuare a tenere le redini del sodalizio originario del centro storico di Secondigliano.
La figura di Umberto Accurso
Dunque altri due anni di carcere duro mentre il legale di Accurso, l’avvocato Dario Carmine Procentese, annuncia ricorso presso il tribunale di Sorveglianza di Roma. Nelle 29 pagine del decreto firmato dal Ministro Nordio viene tratteggiato un profilo di alto livello criminale che, sommato alla piena operività del gruppo della Vanella Grassi, ha fatto optare per il continuum del regime di carcere duro. Basti pensare anche a cosa accadde quando Antonio Accurso, fratello di Umberto, decise di pentirsi.
La decisione del tribunale
In quell’occasione il Tribunale per i Minorenni di Napoli, nell’ambito dell’adozione della misure di protezione previste per i familiari dei collaboratori di Giustizia, ha deliberato un piano provvisorio di protezione anche nei confronti della consorte di Umberto Accurso e dei suoi due figli. A seguito della rinuncia alle misure di protezione da parte della donna l’autorità giudiziaria ha disposto con decreto, datato 5 aprile 2015, l’immediato collocamento dei due bambini in idonea struttura protetta fuori dal territorio regionale, con divieto di comunicazione tra i minori e la madre.
Ha infatti sospeso Accurso e la moglie l’esercizio della responsabilità genitoriale sui figli minori fino al completamento della procedura di controllo in vista del definitivo affidamento dei minori e pertanto si rendeva esecutivo l’allontanamento dalla madre. Poche ore dopo quella decisione vi furono numerosi spari nei confronti della caserma dei carabinieri di Secondigliano di Largo Macello, una ‘vendetta’ dovuta proprio a quella decisione.