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mercoledì, Aprile 2, 2025
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Strage di Paderno, il 17enne: “Papà urlava di chiamare i soccorsi, l’ho accoltellato alle spalle”

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Nella mia famiglia mi sentivo un corpo estraneo, oppresso“. Davanti al PM dei minori, è un monologo tra le lacrime quello del ragazzo di 17 anni che nella notte tra sabato e domenica ha ucciso il padre Fabio Chiarioni, la madre Daniela Albano e il fratellino di 12 anni nella villetta di famiglia a Paderno Dugnano (Milano). Il giovane ha confessato di aver fatto tutto da solo. “Non c’è un vero motivo per cui ho ucciso – avrebbe detto secondo quanto riporta il Corriere della Sera -. Ho pensato che uccidendoli tutti mi sarei liberato da questo disagio. Un minuto dopo, ho capito che non era facendolo che mi sarei liberato“.

Non è successo niente di particolare sabato sera. Ma ci pensavo da un po’, era una cosa che covavo“, racconta durante le sue spontanee dichiarazioni. Il giovane dice di essersi alzato mentre gli altri dormivano per andare in cucina a prendere un “coltello da carne” e di avere colpito per primo (“ma senza una ragione precisa“) il fratellino. Quando parla delle motivazioni del massacro, singhiozza parole che non chiariscono cosa sia questo “disagio” che ha armato il suo piano di morte. “Non so davvero come spiegarlo. Mi sento solo anche in mezzo agli altri“. A casa come con gli amici, che non gli mancavano: “Non avevo un vero dialogo con nessuno. Era come se nessuno mi comprendesse“.

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A chi lo interroga sembra un ragazzo intelligente, forse più della media, e la sua appare come una confessione autentica. Ma è un racconto vuoto, desolante davanti a tanto orrore. Il 17enne sembra non avere gli strumenti per spiegare cosa sia davvero quel “disagio interiore”. Non parla di bullismo, di sessualità, di problemi con le droghe. È come se tutto fosse racchiuso in quella sensazione.

Il ragazzo ha poi parlato del debito in matematica che avrebbe dovuto recuperare proprio nei giorni della strage, della sua volontà di arruolarsi in Ucraina e della «musica triste» che ascoltava, in particolare i Beatles, ma non ha attribuito a nessuna di queste circostanze la motivazione del delitto.

La sequenza della strage

Nella notte tra il 31 agosto e il 1 settembre la famiglia aveva da poco salutato i parenti che si erano riuniti nella villetta di via Anzio per festeggiare il 51esimo compleanno di Fabio. Il 17enne è tornato in camera sua ma non si è addormentato. Poco dopo l’1.30 è andato in cucina, ha preso un coltello dal ceppo e si è scagliato sul corpo addormentato del fratello Lorenzo, che divideva la stanza con lui. Il ragazzino è stato svegliato dai primi fendenti, forse è riuscito a richiamare l’attenzione dei genitori prima che il fratello lo colpisse “soprattutto nella zona del collo”.

Nello stesso punto sono stati colpiti anche il papà e la mamma, “perché non volevo che soffrissero”, ha detto durante la confessione. Forse anche per questo i vicini di casa non hanno sentito alcun rumore sospetto. L’ultimo a essere ucciso è stato Fabio Chiarioni, che quando è entrato nella camera dei suoi figli ha trovato il minore dei due e la moglie coperti di sangue. Lui a letto, lei per terra. Ha chiesto al maggiore di chiamare i soccorsi, ma il 17enne non ha lasciato il coltello: “L’ho visto piegarsi verso il corpo della mamma e l’ho accoltellato alle spalle”.

 

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