Il dramma sociale del Coronavirus, anche a Napoli persone in fila al banco dei pegni
Aumenta il disagio economico tra le famiglie. All’ex banco dei pegni, sono sempre di più le persone che impegnano nuovi oggetti, come i gioielli di famiglia, o sono costrette a rinnovare i prestiti. Anche a Napoli da alcuni giorni ci sono file di persone in coda dal mattino per impegnare i propri beni. Una fotografia inequivocabile del dramma sociale creato dal Coronavirus.Sì, perché ultimamente l’afflusso davanti al banco dei pegni è aumentato a dismisura e sembra non fermarsi mai: in tanti sperano di poter entrare all’interno degli uffici che nelle ultime settimane sono letteralmente stati presi d’assalto, visto che molti arrivano persino da fuori città per vendere una collana d’oro, un cimelio di famiglia o un qualsiasi oggetto prezioso che possa consentire di metter in tasca dei contanti. Il bisogno di liquidità è concreto soprattutto ora, in un momento in cui l’emergenza Coronavirus inizia a farsi sentire anche dal punto di vista economico, oltre che sanitario.
La povertà cresce
Chi a metà mese non ha più un euro per fare la spesa. Chi deve pagare la bolletta scaduta da mesi o l’affitto perché pressato dal padrone di casa. Oppure chi è finito sotto le grinfie spietate di qualche cravattaro che non vuole sentire ragioni, neppure quella del virus di Wuhan. Di solito, in tempi normali, gli ingressi al banco dei pegni, avvengono con discrezione, ci si infila dentro, senza dare nell’occhio. Gli ingressi programmati, invece, rendono visibile la vergogna di chi vorrebbe nascondersi perché deve impegnare la fede nuziale. L’unico ricordo della mamma che non c’è più, oppure l’orologio d’oro da taschino appartenuto al nonno.
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