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sabato, Giugno 28, 2025
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Dove si mangia meglio nel mondo, c’è una pizzeria napoletana nella top 30

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(ANSA)  – “Sono orgoglioso per questo prestigioso riconoscimento; è un attestato professionale che riguarda non solo me ma l’intera generazione di giovani imprenditori, di giovani pizzaioli di Napoli che si impegnano ogni giorno, in maniera seria e costante, per portare alto il nome della nostra città e della sua storia, anche gastronomica”.
Così il pizzaiolo Gino Sorbillo commenta il riconoscimento internazionale avuto con l’inserimento – insieme con Pietro Zito di Antichi Sapori, in Puglia – nella Guida ‘World’S Best Restaurants’ 2019 voluta da Travel+Leisure e Food&Wine e realizzata con le recensioni da Besha Rodell. Quest’ultima è una giornalista molto nota, viaggia in incognito, e ha selezionato solo due operatori italiani, entrambi al Sud, per i 30 migliori ristoranti e pizzerie del mondo.
“Una grande soddisfazione – commenta Gino Sorbillo – per noi che lavoriamo in un contesto difficile dove nulla è scontato e dove ogni giorno bisogna affrontare una lotta, ma, alla fine, l’ìmpegno paga“.
Sorbillo, impegnato col fratello Antonio (Toto), 44 anni, ha aperto finora 12 locali in Italia e nel mondo, da Milano a New York (presto a Tokio e Miami), la il cuore della sua attività resta lo storco locale di Via Tribunali, 32, nel centro antico di Napoli.

 

Le caratteristiche

“Questo elenco – ha spiegato Besha Rodell e LucianoPignataro Wine&Fodd Blog ne riporta il pensiero – mette insieme la cucina e la cultura, non classifiche e numeri. Ridurre il mondo a un menu degustazione costoso dopo l’altro significa perdere il vero assaggio di quello che si mangia nel mondo. Quello che voglio quando viaggio è un pasto che mi insegni qualcosa sulle persone di una regione e sui loro gusti e le loro vite. Ecco di cosa tratta questa lista. Per una sola persona compilare un simile elenco sarebbe impossibile.

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Quindi, i redattori hanno chiesto a un panel di nominare i ristoranti in base all’intersezione, alla connessione tra cibo, viaggi e cultura. Da un enorme elenco, abbiamo ristretto il campo e costruito un itinerario. Poi sono salita su un aereo. E poi un altro. Nel corso di quattro mesi, ho cenato, in modo anonimo, in 81 ristoranti in 24 paesi in sei continenti. Ho volato 279 ore – ho ancora il jet lag! Dall’esperienza di quei pasti, ho scelto i 30 ristoranti che erano i più elettrizzanti, i più deliziosi e che sono riusciti a farmi entrare nella cultura di un luogo”. E Gino Sorbillo sembra aver centrato l’obiettivo.(ANSA).

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