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sabato, Aprile 27, 2024
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Perché Giovedì Santo si mangia la zuppa di Cozze? Una tradizione lunga 250 anni

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La Pasqua sta per arrivare ma ancor prima sarà tempo della consueta zuppa di cozze il giovedì santo, una tradizione tutta napoletana, sposata da tanti, ma le cui origini sono note a poche: perché si mangia la zuppa di cozze il giovedì santo? E’ la domanda, la cui risposta trova origini nell’epoca borbonica.

La zuppa di cozze del giovedì Santo, una tradizione in salsa borbonica

Ferdinando I di Borbone, detto il “re lazzarone”, amante del cibo e ghiotto di pesce. Il re amava procurarsi personalmente il cibo che poi la servitù avrebbe provveduto a cucinareper poi irradiare i banchetti a cui prendevano parte talvolta i nobili e talvolta le tante amanti del “re lazzarone”. Così si dilettava con la pesca al punto da creare nel regno un’area in cui allevare e pescare i molluschi, dedicandosi alla coltivazione di cozze pregiate a Bacoli.

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Perché si mangia la zuppa di cozze il giovedì santo?

Una passione che lo portò addirittura ad inventare un piatto succulento le “Cozzeche dint’a Cannola” (le cozze nella culla): una culla di pomodori di Sorrento, riempita da cozze, aglio, capperi, origano, olio, sale, pepe e la muddica atturrata. un piatto osteffiato però dal potentissimo Gregorio Maria Rocco, frate domenicano che lo scrittore Alexandre Dumas definì più influente a Napoli del Sindaco, dell’Arcivescovo, ed anche del Re.

Il peccato di gola del Re Lazzarone

Re Ferdinando I di Borbone per non subire le aspre critiche del frate, decise almeno per la settimana che porta alla Pasqua di non concedersi peccati di gola, ma il giovedì Santo non rinunciò alle Cozzeche dint’a Cannola, concedendosi una versione rivisitata e più leggera poi passata alla storia come zuppa di cozze con olio di peperoncini piccanti e un po’ di salsa di pomodoro. Una ricetta semplice che si diffonde in fretta anche tra il popolino. I napoletanti per motivi di carattere economico sostituirono le cozze bacolesi, pregiatissime,  con delle cozze più economiche, molti ci aggiungono delle lumache di mare, con olio piccante e una spruzzata di pomodoro.

Insomma nasce la zuppa di cozze di giovedì santo, una tradizione che ha subito qualche modifica nella preparazione del ghiotto piatto, ma che di fatto va avanti senza interruzione da oltre 250 anni.

 

 

 

 

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