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venerdì, Giugno 7, 2024
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Baby prostitute a Bari, le intercettazioni choc: “Porta il regalino grosso”

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Prostitute minorenni per clienti facoltosi in hotel di lusso. Il giro, che coinvolgeva tre ragazzine, è stato scoperto grazie ai sospetti della mamma di una di loro, appena 16enne, che aveva notato comportamenti strani da parte della figlia che si accompagnava a un maggiorenne.

La donna ha presentato denuncia, dando il via alle indagini della Squadra mobile di Bari che hanno portato all’arresto di dieci persone per aver indotto, favorito, sfruttato, gestito e organizzato la prostituzione delle tre ragazze adescate con la promessa di facili guadagni.

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Gli arresti tra Bari, Roma, Trani e Lecce

Gli arresti sono stati eseguiti all’alba a Bari, Roma, Trani, Lecce. Destinatari del provvedimento cautelare emesso dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale, su richiesta della Procura della Repubblica, quattro donne, rispettivamente di 35, 21, 25 e 24 anni, finite tutte in carcere, e sei uomini.

Di questi ultimi un 29enne un 25enne barese sono stati arrestati e rinchiusi in una casa circondariale. Per due clienti, di 47 e 42 anni sono scattati i domiciliari: sarebbero stati consapevoli della minore d’età delle ragazze e, nonostante ciò, non avrebbero esitato a consumare rapporti sessuali con le giovani in cambio di danaro. Per un terzo cliente, di 55 anni, è stato adottato l’obbligo di dimora nel comune di residenza.

Come funzionava il giro delle baby prostitute

I fatti si sarebbero consumati in alcune strutture ricettive, anche di lusso, delle province di Bari e Bat, a partire dal mese di ottobre del 2021. Alcuni clienti avrebbero pagato anche centinaia di euro per singole prestazioni sessuali. Il danaro guadagnato con la prostituzione sarebbe stato utilizzato, dalle ragazze, per acquistare abiti, borse e cenare in ristoranti costosi.

Le stesse avrebbero adottato le cautele utili a non far scoprire ai propri parenti le cospicue disponibilità economiche e gli acquisti eseguiti. Per la gestione dell’attività, sarebbero state utilizzate utenze telefoniche dedicate, inserite in appositi annunci on line. Qualcuno avrebbe provveduto alla prenotazione delle strutture ricettive, altri avrebbero accompagnato le ragazze nelle camere e altri ancora a ricevere le telefonate dei clienti, fissando gli appuntamenti.

Le maggiorenni arrestate ed il 29enne barese presunto sfruttatore avrebbero atteso in stanze attigue che le minorenni terminassero le loro prestazioni, per ricevere personalmente il danaro dai clienti e corrispondere alla ragazze la quota loro spettante, corrispondente al 50% della somma ricevuta.

Tra i clienti un esponente del clan Capriati

Il prezzo per le prestazioni arrivava fino a 250 euro. “Porta il regalino grosso”, diceva a un cliente una delle tre minorenni trasformate in escort. E quest’ultimo – proprietario di un noto ristorante sul Lungomare di Bari, le rispondeva: “Tu mi piaci veramente molto, nonostante l’età. Ma il numero della tua amica lo posso avere?”. O ancora: “Ci organizziamo bene bene, vi faccio divertire!”.

In una fotografia agli atti della Procura, una delle ragazze “appariva in compagnia di Sabino Capriati, detto Bino, esponente – si legge nell’ordinanza di custodia cautelare – dell’omonima storica organizzazione criminale operante nella città vecchia di Bari e in provincia (si tratta del figlio di Raffaele Capriati, detto ‘Lello’, scarcerato dopo un lungo periodo detentivo per l’assassinio del sedicenne Michele Fazio e deceduto lo scorso primo aprile)”.

Le intercettazioni

Lo sfruttamento delle minori da parte delle quattro donne arrestate viene descritto così da una delle vittime: “Si chiama…. è un po’ cicciotella, lei fa quello che fanno loro, si prostituisce. Ma non si può cominciare senza di loro, si lavora insieme: se si guadagna 1.000 euro bisogna dare loro 500 euro”. A un certo punto, qualcuno di loro si “liberava” del controllo delle indagate e continuava a prostituirsi in proprio, spiega il gip nell’ordinanza.

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