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venerdì, Aprile 26, 2024
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GIUGLIANO. SICUREZZA, L’OPPOSIZIONE: «NO ALLA MILITARIZZAZIONE, SI AD UNA CABINA DI REGIA»

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Nessuna militarizzazione del territorio ma una cabina di regia formata da rappresentanti istituzionali e componenti delle forze dell’ordine per controllare in modo più dettagliato il territorio giuglianese. E’ questa la richiesta avanzata dall’opposizione di centro sinistra, il giorno dopo l’uccisione di Lorenzo Riccio, avvenuta a pochi passi dal centro storico cittadino “ Sono davvero preoccupato per quanto sta accadendo in questi territori – afferma Luigi Palumbo, esponente in Assise per la Sinistra Arcobaleno. Un agguato così atroce avvenuto in un orario che poteva mettere a rischio l’incolumità di passanti e anche di qualche bambino la dice lunga di quanto sia diventato pericoloso vivere in queste zone. Siamo alla mercè della piccola criminalità e di questi grandi sistemi camorristici. E’ inutile che il Governo ci invia l’esercito – afferma Palumbo – se poi questi non ricevono il supporto di polizia, carabinieri e guardia di finanza. Manca in questi territori una politica seria sulla sicurezza. Attraverso l’istituzione di una cabina di regia formata da rappresentanti istituzionali, in primis il sindaco, e da tutte le componenti delle forze dell’ordine si potrebbe riuscire ad organizzare un’azione integrata per controllare in modo più efficiente il territorio. Cosa ha Casal di Principe di diverso rispetto a Giugliano?- si domanda Palumbo. Sono appena cinque i chilometri che ci dividono da Castelvolturno e dal casertano, ma nel giuglianese non è stato inviato un solo uomo in più delle forze dell’ordine. Eppure i latitanti si nascondono tutti nel nostro comprensorio”. Secondo Giuseppe di Girolamo, consigliere comunale della Sinistra Arcobaleno, a mancare in questi territori è la presenza dello Stato “ Siamo arrivati ad una soglia di insicurezza così forte tra la popolazione che spinge molte persone a decidere di andare via da questi territori. Questa – afferma Di Girolamo – è la vera sconfitta dello Stato. Non possiamo permettere che i figli delle nostre terre abbandonino i luoghi dove sono nati a causa di quattro delinquenti che possono uccidere chiunque, in modo indisturbato, nel bel mezzo della città. La criminalità sta soffocando la libertà del popolo e lo sviluppo di queste terre sia dal punto di vista economico che sociale” Anche Di Girolamo è contrario all’invio dell’esercito “Mandano i carabinieri in Iraq, ma il vero Iraq sta qua. Manca la presenza dello Stato. Che si attivi immediatamente una cabina di regia che abbia il compito si ristabilire l’ordine in città”.


Sequino (Udc).
“Giugliano oramai è diventato un caso di rilevanza nazionale, bisogna porre al più presto rimedi urgenti altrimenti si rischia seriamente di sprofondare nel baratro ”. Si esprime così Luigi Sequino, consigliere comunale dell’Udc. Giugliano come Casal di Principe. Ma a Giugliano non è arrivato l’esercito, né i riflettori dei media. “ Ho fatto presente più volte durante le sedute consiliari al sindaco ed alla giunta la gravità della situazione sicurezza in città. Abbiamo sottolineato la necessità di effettuare un costante monitoraggio, soprattutto di certe zone strategiche usate dai clan della camorra come loro nascondigli privati. Giugliano, per la vastità del suo territorio, è considerata dagli esponenti della criminalità organizzata una zona ‘franca’ dove è permesso tutto ed il contrario di tutto. Pure uccidere di prima mattina con pistole e fucili. Questo omicidio – afferma Sequino – è la prova che il sistema sicurezza a Giugliano è deficitario, sotto tutti i punti di vista. Mancano uomini, mezzi e competenze che controllino 24 ore su 24 il territorio in tutte le sue articolazioni. La mancanza di sicurezza dei cittadini giuglianesi è più che giustificata. Se si esce a prendere un gelato o un aperitivo non si sa se si ritorna a casa vivi o morti, questo lo ritengo gravissimo per una società avanzata come la nostra”. Sulle possibili soluzioni da mettere in atto Sequino è categorico “ Dico basta alle risposte dello Stato fatte a ‘scenate’. L’invio straordinario dell’esercito potrà sicuramente a reprimere e prevenire certi crimini ma non può cancellare in un sol colpo tutta la micro e macrocriminalità formatosi in tanti anni in questi territori. C’è bisogno di più concretezza per risolvere problemi seri come questi”.

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