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domenica, Aprile 28, 2024
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INFERNO RESIT, LE ECOBALLE NON BRUCIANO PIU’

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dall’inviato a GIUGLIANO





E’ stato domato ieri mattina l’incendio scoppiato nel deposito di ecoballe. Due giorni di lavoro ininterrotto per spegnere una montagna di rifiuti in fiamme. C’è voluta la mano dei privati per ammansire le lingue di fuoco: tonnellate d’acqua attinte dai vicini appezzamenti, centinaia di carichi di terreno. In serata i vigili del fuoco erano ancora a lavoro per spegnere gli ultimi focolai. “E’ stato un lavoraccio” confessano i pompieri, costretti ad interminabili ore di straordinario. Le ecoballe stipate nella discarica Resit di Giugliano, al confine con Parete, sono ora ridotte ad una distesa di cenere. Le ruspe stanno procedendo alla loro sistemazione: due piani anziché nove, come previsto da un’ordinanza commissariale firmata il 7 agosto scorso. “Copriremo le balle col terreno, portando la Resit allo stesso livello delle vicine discariche – spiega il subcommissario Giulio Facchi – . Questa operazione ci consentirà un risparmio di 6-7 miliardi di euro”. Non è ancora stato possibile quantificare i danni provocati dall’incendio. Distrutte almeno 12mila ecoballe, secondo alcune indiscrezioni.

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Certa l’origine dolosa; difficile, per ora, risalire ai mandanti del raid. Dietro il rogo prosperano interessi poco chiari e gli intrighi delle piccole holding locali. Ne sono convinti gli agenti del locale Commissariato, che hanno già avviato un’indagine.

Resta alta la preoccupazione dei cittadini per l’allarme diossina. “La cappa di fumo ha invaso praticamente tutto – denuncia Tilde Adamo, presidente del Comitato Ponte Riccio e consigliera circoscrizionale di Lago Patria – . Se di giorno il vento ci ha aiutati spingendo il fumo lontano, di notte siamo stati costretti a respirare i gas tossici”. “Siamo preoccupati, nessuno ci tutela – spiega Rosanna De Marco, vicepresidente del Comitato -. Abbiamo bisogno di garanzie, da anni si continua a giocare sulla nostra pelle”. “Non possiamo vivere in casa – aggiunge Antonietta Di Meo – i nostri figli sono obbligati a stare lontano. Rivolgiamo un appello a Bassolino: ci aiuti, presidente. Lei è un genitore, come noi”. Preoccupazione anche per le restanti piattaforme. “A Ponte Riccio – spiega Salvatore Sarnataro – ci sono altre 12 aree per lo stoccaggio del cdr. Chi ci assicura che siano in regola con le misure di sicurezza? I rifiuti della Resit sono andati in fiamme: chi ci dice che non accada lo stesso anche per le restanti ecoballe?”.

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