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sabato, Aprile 27, 2024
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LAVORO, I DIPENDENTI DEL BACINO NA1 BLOCCANO IL CDR

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dall’inviato aGIUGLIANO




Proteste e tensioni ieri a Giugliano. I dipendenti del consorzio di bacino Napoli 1 hanno bloccato il Cdr di Ponte Riccio, interrompendo le attività di scarico dei rifiuti. In breve tempo una lunga colonna di tir si è formata davanti ai cancelli dell’impianto: oltre un centinaio i camion della Nu bloccati per ore. Molti sono stati costretti a fare marcia indietro. La protesta – informa il sindacato Azzurro – è motivata dal mancato pagamento degli stipendi di agosto e delle spettanze arretrate del mese di luglio. Sotto accusa poi le “condizioni di sicurezza precarie” dei lavoratori, costretti a respirare le esalazioni provenienti dal Cdr, e la politica del Commissariato per i rifiuti che “sta appaltando progressivamente alle ditte private il servizio nei Comuni campani, riducendo i mezzi al servizio pubblico”. “Basta con le promesse inutili – sbottano i dipendenti del bacino – vogliamo sicurezze: anche noi abbiamo delle famiglie”. La protesta si è protratta per diverse ore, a partire dalla mezzanotte di venerdì. Solo nella tarda mattinata i lavoratori hanno interrotto il blocco, dopo l’incontro in prefettura ottenuto da una delegazione di operai e di sindacalisti . Provvidenziale è stata la mediazione svolta dalle forze dell’ordine.

Non è la prima manifestazione messa in atto dagli operai del consorzio di Giugliano. Il braccio di ferro con il Commissariato di Governo per l’emergenza campana dei rifiuti dura da diversi anni. Già nel settembre 2002 circa trecento lavoratori bloccarono per ore l’impianto di Ponte Riccio, in contemporanea con la protesta inscenata a Caivano, Giffoni, Paolisi, Santa Maria La Fossa, Ottaviano, Tufino e Acerra. Lo scorso 24 giugno, poi, gli addetti alla Nettezza Urbana aderenti al sindacato Azzurro impedirono la viabilità a Giugliano, sbarrando con mezzi e uomini via Aniello Palombo, il corso principale. Stessi i motivi, uguali le recriminazioni.

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“La presidenza del consorzio non c’entra. Abbiamo le mani legate”. Antonio Castaldo, ex sindaco della cittadina e dirigente massimo del bacino Napoli 1, lo dice da mesi. “Viviamo una situazione esplosiva a causa del Commissariato di governo: scontiamo ritardi infiniti per l’attuazione dei provvedimenti, c’è la necessità di una programmazione seria con i Comuni, gli stipendi non vengono pagati. Servono interventi urgenti”.

I consorzi di bacino nascono con la legge regionale 10/93 per la gestione dello smaltimento dei rifiuti e raccolta differenziata da parte dei Comuni, in osservanza alla legge nazionale 142/90. In Campania sono 18 i consorzi operanti, di cui 5 per il territorio della provincia di Napoli (Giugliano, Casoria, Nola, Castellammare di Stabia, Ponticelli). In tutto sono circa 3000 i dipendenti: si tratta di lsu e poche centinaia di lavoratori delle vecchie discariche. Da quando è partito il piano regionale per lo smaltimento dei rifiuti siglato da Rastrelli, la loro posizione è stata solo in parte sistemata. E’ da anni che si assiste al ripetersi di scioperi annunciati e poi cancellati, di scontri e tensioni con il Commissariato per l’emergenza.

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