QUESITO: Sono titolare di una ricevitoria del lotto, ma vorrei spostarmi in un’altra zona sempre all’interno dello stesso paese. Posso scegliere liberamente dove sistemarmi o c’è qualche norma precisa da seguire?
RISPOSTA: Preliminarmente si deve precisare che la norma di riferimento è il D.M. del 7 novembre anno 1995. La stessa, per inciso, individua specificatamente i requisiti per l’assegnazione di nuovi punti di raccolta. In via analogica deve ritenersi che gli stessi requisiti siano da rispettarsi anche in riferimento alla collocazione di un punto di raccolta del gioco del lotto già esistente in una nuova zona della stessa città. Tra i requisiti ci sono:1)il numero della popolazione residente nella provincia, risultante dall’ultimo censimento della popolazione; 2)il reddito fiscale della provincia, risultante dagli ultimi dati disponibili, pubblicati dall’anagrafe tributaria; 3) la raccolta del gioco del lotto della provincia; 4) numero dei punti di raccolta preesistenti nella provincia.
Il soggetto deputato alla verifica dei requisiti è l’Ispettorato Compartimentale dei Monopoli di Stato competente per territorio. Un ulteriore requisito era previsto dall’articola 4 del D.M. 7 novembre 1995. La norma stabiliva che “ La distanza tra i nuovi punti di raccolta e le ricevitorie gestite dagli ex dipendenti del lotto non può essere inferiore ai 200 metri seguendo il percorso pedonale più breve”. Tale limite di distanza non deve però ritenersi più operante in quanto abrogato dal comma 40, articolo 80 legge 27 dicembre 2002 n. 289; la stessa testualmente stabilisce “Il requisito della distanza tra le ricevitorie del lotto gestite da rivenditori di generi di monopolio e le ricevitorie gestite da ex dipendenti del lotto, introdotto dal decreto del Ministro delle finanze 6 maggio 1987 e dalla legge 19 aprile 1990, n.85, distanza successivamente ridotta dall’articolo 33 della legge 23dicembre 1994, n. 724, e’ soppresso a decorrere dal 30 giugno 2003”.
Il Decreto 30 dicembre 1999 fornisce ulteriori elementi di valutazione che, sempre in via analogica, l’ispettorato potrà prendere in considerazione ai fini dell’autorizzazione al trasferimento: 1)istituire prioritariamente i punti di raccolta del gioco del lotto nei comuni che ne sono sprovvisti, dando la precedenza alle domande pervenute entro il 10 marzo 1998; 2) garantire l’omogeneo incremento della rete di raccolta sul territorio nazionale;3) garantire il maggior vantaggio economico per l’Erario, dando la precedenza, nell’ambito di ciascun comune, al soggetto che risulti titolare di una rivendita ordinaria di generi di monopolio da tempo anteriore rispetto ad altri aspiranti.
La giustizia amministrativa( T.a.r. Toscana 26 febbraio 2001 n.343) ha stabilito che : “ la circolare ministeriale del 16.5.1996, per quanto riguarda il trasferimento delle rivendite ordinarie, al di fuori della propria area territoriale di influenza commerciale, prescrive, in generale, che per la relativa istruttoria si segue la procedura valida per l’istituzione delle rivendite ordinarie e che detto trasferimento, per le rivendite poste a distanza superiore a 500 metri dal congenere più vicino, può essere autorizzato solo se la redditività della rivendita interessata, nell’ultimo biennio, risulti inferiore ai 2/3 dei corrispondenti parametri (cfr. punto E della circolare citata).
Nella determinazione di istituire la nuova rivendita – ma, come rilevato, ciò vale anche per le ipotesi di trasferimento – l’Ispettorato deve tener conto, anche in difformità dei citati pareri (della Guardia di Finanza e delle associazioni di categoria) che devono essere necessariamente richiesti, delle obiettive esigenze dell’assetto di vendita in funzione del pubblico interesse, fermo restando il rispetto dei parametri minimi prescritti”.
Pertanto il trasferimento è sicuramente possibile ma solo con i requisiti e alle condizioni sopra descritte.
N.G.
