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domenica, Aprile 28, 2024
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Rifiuti, entro domenica tremila tonnellate a terra

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“A questi ritmi di conferimento domenica avremo tremila tonnellate di rifiuti in strada”. L’Asia lancia un Sos disperato ma nessuno risponde nonostante si rischi di toccare il punto più basso, e pericoloso, di questa mortificante vicenda. Le tonnellate che marciscono in strada sono diventate 1700 e l’arrivo della primavera peggiora il quadro. Di qui l’allarme dell’assessore comunale all’Igiene, Giacomelli: “Dall’Ufficio flussi della Regione non riceviamo alcuna indicazione e la possibilità di conferimento diminuisce ogni giorno”. Diteci cosa dobbiamo fare, insomma, ma niente si muove. La Regione risponde con “stupore e preoccupazione”: “Non c’è nessuna sottovalutazione dei problemi”.

In una intervista al “Sole 24 Ore” Janez Potocnik, commissario Ue all’Ambiente, ha rigirato il coltello nella piaga: “Sappiamo che non sarà facile risolvere il problema dei rifiuti di Napoli e quindi non ci interessa un piano che mostri una soluzione immediata, da bacchetta magica. Ci interessa, invece, che il piano sia credibile. Dobbiamo essere sicuri di poterci fidare”. In mancanza, conclude il commissario, saranno decise “sanzioni e perfino pagamenti quotidiani”.

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Un giro in città rafforza la denuncia. I cumuli di immondizia, tra l’altro, evidenziano una rassegnazione al peggio che è preoccupante quanto l’allarme ambientale: dopo essersi adattata a convivere con il caos dei cantieri e con il dissesto stradale, Napoli si sta adeguando anche a fare la gimkana tra i rifiuti e a fare finta di niente. A Pianura si vive una dimensione infernale – 250 tonnellate che debordano nelle strade e fanno crescere il rischio di malattie infettive – ma in tutte le periferie, ad est e a ovest, la situazione è al limite del disastro ambientale, anche per effetto dell’aumento della temperatura. “I tempi di conferimento”, dice ancora l’assessore, “sono lentissimi e questo, tra l’altro, fa lievitare i costi. Quando facciamo presenti i disagi nei quali operiamo riceviamo risposte che sembrano non tenere conto dei problemi quotidiani”.

L’elenco dei punti neri è lungo: San Pietro a Patierno, Cavalleggeri Aosta e Fuorigrotta, Poggioreale e, a macchia d’olio, zone sempre più estese del centro storico e dei Decumani. Ci avviamo a passi veloci verso il disastro ambientale, insomma e le possibilità di smaltimento anziché aumentare accennano addirittura a diminuire: il bollettino dell’Asia informa che alle 15,30 di ieri erano state smaltite appena 500 delle 1100 tonnellate che la città produce, cioè una quota inferiore a quella del giorno precedente. “Di questo passo non saranno più cento le tonnellate che verranno lasciate in strada, ma quasi 200 e, con una simile progressione, la previsione delle tremila tonnellate è quasi obbligata”. Anche perché a Chiaiano non si potranno sversare più di 150 tonnellate e a Santa Maria Capua Vetere hanno ridotto il quantitativo di conferimento. In questo panorama disastrato appare ancora più sconcertante la perdurante chiusura dell’impianto di Caivano. Stop per qualche giorno anche alla discarica di Savignano Irpino. Infine, di nuovo in piazza, oggi, le mamme vulcaniche contro il piano della Regione.

Carlo Franco
Repubblica.it – 30/03/2011

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