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martedì, Giugno 18, 2024
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Bayern-Napoli 3-2 Decisivo l’incontro con il Manchester City

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Il Napoli si vede all’inizio, per 15′, dove ha pesato l’incapacità della rifinitura finale delle azioni. Azzurri che ricompaiono alla fine, anche con il gol di Fernandez. La difesa soffre per l’assenza di Cannavaro e la situazione si è aggravata con l’uscita di Aronica, anche in vista dell’impegno di Campionato con la Juve. Diversi gli errori di Lavezzi e si vede un cavani che non sembra essere entrato in partita. I tedeschi sono comunque una squadra di una potenza superiore.

È la fine del sogno ma non delle speranze. Il Napoli sbatte contro un muro all’Allianz Arena e soprattutto si infrange contro la potenza fisica di Mario Gomez, l’uomo del giorno. Una tripletta dell’inafferrabile centravanti del Bayern Monaco messa a segno a raffica nel primo tempo stende un Napoli troppo debole in difesa. Gli azzurri, però, vendono cara la pelle e con due gol di Fernandez costringono i tedeschi a stringere i denti fino alla fine. Un atteggiamento che dimostra comunque la vitalità dei partenopei ed il loro carattere indomabile.

Tuttavia, alla fine della quarta giornata della fase a gironi, i valori reali del ‘gruppo della morte’ si vanno assestando. Ora il Bayern, con dieci punti, è quasi qualificato, il Manchester City, vittorioso a Villarreal, è secondo a sette punti, mentre il Napoli è al terzo posto a cinque. L’assenza dello squalificato Cannavaro era sembrata grave già prima di giocarla questa partita, ma il responso del campo è ancora più impietoso: senza il capitano la retroguardia azzurra è malferma ed insicura, figuriamoci poi quando ha di fronte uno dei migliori reparti offensivi del mondo.

Troppo forte il Bayern Monaco, la squadra più in forma del momento. Nel suo stadio i tedeschi sembrano essere davvero imbattibili. Mazzarri schiera i titolarissimi, se si esclude Cannavaro, sostituito da Fernandez. Sulla fascia sinistra Zuniga, che non può comunque considerarsi una riserva, viene preferito a Dossena. Heynckes, che vuole chiudere al più presto il discorso qualificazione agli ottavi di finale, risponde con la migliore formazione disponibile, preferendo all’ultimo momento Luiz Gustavo a Tymoshchuk. Gli azzurri partono anche abbastanza bene ed in un paio di circostanze riescono a rendersi pericolosi.

Ma è soltanto un fuoco di paglia. La verità è che quando i bavaresi attaccano con le loro manovre avvolgenti la difesa traballa. Sarebbe ingiusto e sbagliato gettare la croce addosso a Fernandez, sostituto di Cannavaro. La questione è che non ci sono automatismi ed inoltre il Bayern aggredisce dalle fasce, con fraseggio corto ed improvvise incursioni centrali. La linea del Napoli è malferma. Ci vorrebbe, forse, un libero vecchia maniera, ma, anche se una cosa simile Mazzarri la pensasse e volesse metterla in pratica, non ci sarebbe nessuno in panchina in grado di comandare la banda.

Ma non è solo in difesa che si palesano i problemi della squadra di Mazzarri. Anche il reparto offensivo non riesce mai ad essere incisivo. Cavani è giù di corda, come Hamsik, ed il solo Lavezzi gioca sui livelli abituali. Il gol del 3-0 arriva quando il Napoli è in dieci per un incidente che costringe Aronica ad uscire dal Campo, sostituito da Dossena. Poi il gol di Fernandez allo scadere illude un po’ i tifosi e li riscalda dando loro il giusto sollievo nella fredda serata di Monaco. Nella ripresa i ritmi si fanno più blandi. I tedeschi controllano la gara senza troppi affanni e non hanno alcun interesse a sprecare energie. L’espulsione di Zuniga (due cartellini gialli in due minuti) viene pareggiata dopo qualche minuto da quella di Badstuber.

Mazzarri, che nel primo tempo era rimasto in camicia, indossa prima la giacca e poi un giubbotto, infine si siede in panchina. Segno evidente che la gara non ha proprio più nulla da raccontare. Ad una manciata di minuti dalla fine, però, Fernandez – sempre di testa e sempre sfruttando un calcio di punizione – mette in discussione fino alla fine il punteggio. Ma non succede più nulla ed al Napoli non resta che guardare alla prossima, decisiva sfida interna con il Manchester City.

De Sanctis come Mennea. La trasferta in terra di Baviera si conclude con una prodezza del “solito De Sanctis fuori dai pali”: è un tiro di Gomez, allo scadere del quarto e ultimo minuto di recupero a rischiare di far crollare anche la “dignità” di una onorevole sconfitta. Tira un fendente dalla trequarti azzurra e la palla, per pura forza inerziale, s’avvia libera verso una porta desolatamente sguarnita. De Sanctis diviene emulo del miglior Mennea e macina decine di metri in una manciata di secondi, riuscendo a infilare, in maniera corretta, la punta del piede tra la palla e il palo, evitando beffa e disonore, e conquistando anche l’ultimo applauso.

Il Mattino.it

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