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MARANO IL TAR REINTEGRA GIUNTA E CONSIGLIO
La rassegna. Il Mattino del 6 novembre 2004

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MARANO. Tutti in piazza per festeggiare il verdetto del Tar che ieri mattina ha reintegrato consiglio comunale ed esecutivo, dopo quattro mesi di tensioni e polemiche. Una festa spontanea, nata sulla spinta della solidarietà popolare al sindaco Mauro Bertini, agli assessori, ai consiglieri accusati di collusione con i clan che per decenni hanno imperversato sulla scena politica dell’entroterra flegreo. Con una sentenza per molti versi emblematica il tribunale amministrativo della Campania ha accolto il ricorso presentato dalla giunta e dai rappresentanti della maggioranza di centrosinistra in carica il 24 luglio, giorno dello scioglimento del consiglio comunale di Marano per «accertate forme di ingerenza della criminalità organizzata». Il provvedimento è stato deciso dalla prima sezione del Tar, presidente Giancarlo Coraggio, relatore Paolo Carpentieri. Ieri mattina è stato comunicato il dispositivo, nei prossimi giorni saranno rese pubbliche le motivazioni. L’udienza si era svolta il 27 ottobre. A rappresentare i ricorrenti gli avvocati amministrativisti Giuseppe Abbamonte e Riccardo Marone, che è anche deputato dei Ds. La sospensione di Bertini, eletto in diverse riprese alla guida del Comune di Marano, prima nelle file di Rifondazione Comunista, successivamente come rappresentante del partito dei Comunisti Italiani, aveva provocato in piena estate un caso politico di spessore nazionale. La decisione del Tar è definita «storica» dai partiti che animano la maggioranza comunale di Marano, «che fa giustizia di un provvedimento apparso sin dal primo momento frutto di una strumentalizzazione politica». Nella girandola delle reazioni e dei commenti che hanno anticipato il bagno di folla del sindaco Bertini e dei suoi assessori (nella sede della Camera del lavoro) spiccano le critiche per l’iniziativa dei senatori Florino e Novi, che per primi avevano denunziato presunte ingerenze malavitose nell’amministrazione di Marano, sollecitando l’intervento del ministero e lo scioglimento dell’assemblea comunale. A questo punto, nessun dubbio: tutti avvertono l’esigenza di cambiare le norme di legge per assicurare maggiori garanzie agli amministratori impegnati contro il potere occulto e le subdole infiltrazioni della criminalità organizzata. Concetto ribadito dal governatore della Campania, Antonio Bassolino. «La sentenza per Marano, come del resto quella per Portici, dimostra che è tempo di rivedere una legislazione ormai superata dal tempo, dall’elezione diretta dei sindaci, dalla distinzione e separazione fra la politica e l’amministrazione». Mentre Dino Di Palma, presidente della Provincia, definisce l’azione del sindaco Bertini e della sua giunta «il motore del rinnovamento e della lotta per la legalità che si è sviluppata negli ultimi anni a Marano. Significativi, fra i molti altri riconoscimenti, i messaggi di Cossutta e Diliberto, leaders del Pdci, Russo Spena e Vendola, parlamentari di Rifondazione, del segretario provinciale della Margherita, Salvatore Piccolo («Il centrodestra continua a utilizzare impropriamente una norma dilegge come strumento di lotta politica»), del senatore Nello Formisano, responsabile regionale dell’Italia dei Valori («Chi puntava sulla strategia dei sospetti, ispirati dalla camorra, è servito»), dell’assessore provinciale al Lavoro, Corrado Gabriele. Dal fronte opposto, i senatori Michele Florino, An, ed Emiddio Novi, Forza Italia, definiscono la sentenza «uno schiaffo alla democrazia» e preannunciano un’interrogazione alla presidenza del Consiglio «per predisporre una visita ispettiva presso il Tar della Campania». In una nota sottoscritta dal senatore Novi e dal deputato Marco Cicala, Forza Italia, si rileva che «purtroppo a Napoli sta avvenendo quanto succedeva trent’anni fa a Palermo».



FRANCO MANCUSI – IL MATTINO 6 NOVEMBRE 2004




Bertini: calunnie tremende, ho pensato al suicidio


Marano. «Una giornata storica, da oggi comincia il futuro di Marano». È l’affresco della gioia, Mauro Bertini, 60 anni ben portati, battagliero imbianchino toscano trapiantato nel Napoletano, ex seminarista eletto sindaco della comunità maranese nelle file di Rifondazione Comunista, dal ’93 a più riprese. «Mai ricevuta tanta solidarietà, non sapevo di avere tanti estimatori e amici. A un certo punto ho dovuto staccare il telefonino: l’affetto della gente mi ha commosso, per fare una riunione di giunta ci siamo dovuti rifugiare in una stanza segreta».Eppure non sono mancati giorni drammatici. «Il peso delle calunnie è stato tremendo – racconta Bertini – Ho passato notti insonni a meditare sul perchè di tanta cattiveria… E posso dire di averla scampata per miracolo. Se mi avessero arrestato, forse mi sarei suicidato. Avrei fatto la fine del sindaco di Roccaraso, Valentini». Calunnie strumentali, evidentemente. «Una carognata, come dicono a Marano. Se proprio non è stata ispirata dalla camorra, un’orchestrazione vergognosa come quella ideata nei nostri confronti ha portato molta acqua ai mulini della camorra». Una speculazione grossolana. «Dalle registrazioni telefoniche un dato emerge con evidenza: a più riprese i malavitosi avevano chiesto la mia testa». Fare il sindaco, insomma, è diventato un mestiere impossibile. «Quanto meno difficile, difficilissimo, se fatto in un certo modo, in una realtà complessa come quella delle nostre città». Come uscire da questa allucinante spirale? «Ho visto in televisione l’appello dei sindaci al ministro dell’Interno, Pisanu. Bisogna modificare la legge, cambiare le regole del gioco, altrimenti rischieremo ancora di dare spazio a chi pesca nel torbido della malavita». Quale lezione sente di poter trarre dalla sua esperienza? «Lezione? Lasciamo andare, è meglio. Da oggi spero soltanto di poter riprendere il cammino avviato undici anni fa per garantire, passo su passo, un futuro migliore per la comunità maranese». f.m.- Il Mattino 6 novembre 2004



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Cinque sindaci campani incontrano Pisanu: ora va rivista la legge



E adesso rivediamo le norme sullo scioglimento dei Consigli comunali per infiltrazioni criminali: a poche ore dalla diffusione della notizia riguardante il verdetto del Tar che ha reintegrato nelle funzioni il Consiglio di Marano, a Genova, dove è in corso l’assemblea dell’Anci, il ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu ha incontrato una delegazione di sindaci della Campania, per affrontare una questione da tempo controversa. I sindaci di Pomigliano d’Arco, Michele Caiazzo, di Ercolano, Luisa Bossa, di Ottaviano, Mario Iervolino, di Santa Maria Capua Vetere, Enzo Iodice, di Casoria Giosuè De Rosa, e il presidente dell’Anci Campania Bartolo D’Antonio, hanno manifestato al ministro «la grande preoccupazione per la tenuta e la stessa credibilità di uno strumento importante come quello dell’istituto dello scioglimento per infiltrazioni criminali: il rischio autentico – hanno evidenziato – è che esso possa uscire svilito e stravolto, nelle preziose finalità che si propone, da un suo uso discutibile ed arbitrario, spesso strumentale». Come appunto sarebbe avvenuto, alla luce della decisione del Tribunale amministrativo, nel caso di Marano. Durante l’incontro il ministro ha proposto l’istituzione di un tavolo di concertazione per modificare, rendere più efficace e limitare i rischi di arbitrarietà per la normativa vigente in tema di collusione tra criminalità organizzata ed enti locali. Un tavolo tra il sistema delle autonomie locali e il governo centrale che, è stato concordato, sarà avviato già nei prossimi giorni.





IL GIORNO DI BERTINI, E’ FESTA GRANDE IN PIAZZA





di TONIA LIMATOLA


Marano
. Via i commissari prefettizi, al Comune tornano i consiglieri comunali e la giunta Bertini. Ieri mattina la notizia del provvedimento del Tar ha fatto veloce il giro di Marano e per tutto il giorno non si è parlato d’altro a scuola, nei negozi, davanti ai bar. Una giornata segnata da tanti abbracci di auguri, solidarietà e tanto calore da parte della gente comune. Una festa del centrosinistra cominciata di primo mattino e che ieri sera è culminata nella casa del Popolo in via Falcone, in quella che è stata la prima riunione operativa dell’amministrazione reintegrata. Il sindaco Mauro Bertini è stato accolto tra applausi e cori da stadio, dopodiché ha parlato davanti a un pubblico più che attento. Ha fatto il resoconto della giornata: da quando ha ricevuto la buona notizia mentre si trovava in automobile con la compagna Maria Rosaria, fino alla conferma giunta dai suoi due avvocati Riccardo Marone e Giuseppe Abbamonte. Mauro Bertini ha raccontato poi le numerose telefonate di complimenti: da Bassolino, Diliberto e Cossutta, da decine di colleghi sindaci, tra cui quelli presenti alla convention dell’Anci a Genova. Emozionato, ha gioito insieme con i suoi collaboratori, ma li ha anche invitati a prepararsi a un compito non facile: «C’è da lavorare ancora di più, vincendo il ricorso abbiamo dato uno schiaffo alla camorra e al centrodestra. Non lasciamoci solo prendere dall’entusiasmo, dopotutto ci hanno restituito ciò che era già nostro». Già pronta la lista dei primi impegni: lunedì si riprende possesso degli uffici, martedì la prima riunione di giunta, dopo, un Consiglio comunale monotematico per informare i cittadini. Si pensa a lavorare, dunque. Ma gli amministratori si godono anche l’abbraccio dei residenti. Primo fra tutti quello di Angelina Scalice, l’anziana che a luglio aveva opposto resistenza anche all’ingresso dei commissari prefettizi al Municipio. Si fa il punto della situazione, si progetta anche una manifestazione in piazza. «Dobbiamo aderire allo sciopero nazionale contro la finanziaria», ricorda Claudio Eusebio, segretario cittadino dei Ds. In prima fila gli assessori bistrattati per le loro presunte parentele equivoche: «Non avevamo dubbi sull’esito della nostra battaglia», dice Fortuna Nuvoletta. «Finalmente ci siamo tolti da dosso un’infamia pesante», dice Alberto Amitrano. Ottimista fin dall’inizio anche Giuseppe Pedemonte: «Solo un’interruzione di percorso, la nostra amministrazione, eletta nel ’93, andrà avanti fino al 2006». Accanto al sindaco il presidente del Consiglio Salvatore Perrotta; l’assessore Antonio Menna; il consigliere comunale e assessore alla Provincia, Corrado Gabriele: «Ricominciamo a lavorare per Marano e sfruttiamo i benefici di quest’esperienza che ha ricompattato il centrosinistra». Resta il rammarico dell’assessore all’urbanistica Biagio Sgariglia: «Questa pausa forzata Marano la paga in termini di patrimonio culturale con l’abbattimento della masseria Galeota». Tra la gente anche una forte presenza giovanile, oltre a sindacalisti, militanti del movimento pacifista, intellettuali. Anche gli ex compagni di partito del sindaco, passato a gennaio scorso col Pdci: «Si tratta – dice Massimo De Siena, segretario cittadino di Rifondazione – della vittoria della democrazia, i problemi personali passano in secondo piano». E poi molto calore ed entusiasmo, bandiere della pace. Non guastano la festa neanche i commenti del centrodestra. «Degli undici anni della giunta Bertini, nessun momento come questo gli ha dato più gloria e notorietà – dice Angelo Covino, di Forza Italia – Rispettiamo il verdetto del Tar. Le sentenze dei giudici non si discutono, si appellano».



IL MATTINO – ed. Nord 6 novembre 2004

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