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venerdì, Aprile 26, 2024
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IL CUORE DELLE DONNE VIAGGIA TRA I MEANDRI DELLA PREVENZIONE
Malattie cardovascolari, i luoghi comuni da sfatare

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VILLARICCA. Poco meno di una settimana è trascorsa dalla ricorrenza dell’otto Marzo, ma cosa rimane dell’entusiasmo dimostrato da tante donne (e non solo), a distanza di pochi giorni? Sicuramente troppo poco. Perché allora non intercettare quella scia ed approfittare dell’occasione per ricavarne un momento di riflessione? Mi rivolgo alle donne, ma non solo. Da troppo tempo si è radicata la credenza che le malattie cardiovascolari siano prerogativa degli uomini, e che le donne ne siano immuni; troppe campagne di prevenzione si sono rivolte – ed è un errore – soprattutto, se non esclusivamente, agli uomini. Occorre allora cominciare a parlare di questo fenomeno che ha radici remote, cominciando dai papiri di Ebers (risalenti al 2600 a.C.), passando per William Heberden che, nel 1768, scriveva “Ho visto circa un centinaio di sogetti con quest’affezione (cfr “angia pectoris”), di cui tre donne…”, fino a recenti campagne organizzate dall’American Heart Association virtualmente indirizzate agli uomini ed alle “mogli”, come se una donna non potesse morire d’infarto o soffrire di angina.
Nonostante la mortalità per cancro mammario sia di 1 su 29 morti, contro 1 su 2,4 per le malattie cardiovascolari, le donne continuano a percepire il carcinoma mammario come principale problema, mentre non sembrano preoccuparsi affatto delle malattie cardiovascolari. Le ragioni vanno cercate, almeno in parte, in un errore radicato nella comunità medica. Quest’ultima, infatti, ha affrontato tradizionalmente il problema della salute della donna secondo il cosiddetto “approccio a bikini”, concentrando la propria attenzione soltanto sulle malattie della mammella e dell’apparato riproduttivo.
Come si potrebbe immaginare, invece, un approccio di questo tipo non solo è ingiustificato ma rappresenta un grave errore. L’adozione di comportamenti cosiddetti “sani” assieme ad un adeguato atteggiamento da parte degli operatori sanitari nei confronti della prevenzione nelle donne, può evitare che molte di esse vadano incontro a morte o manifestino disabilità in seguito ad eventi cardiovascolari.
Un’altra falsa credenza da sfatare è l’idea che le malattie del cuore siano un problema dei “vecchi”. La maggior parte delle malattie che affliggono il sistema cardiovascolare, inclusa l’aterosclerosi, hanno inizio in giovane età. Una corretta prevenzione, perché possa avere il maggior impatto possibile, dovrebbe infatti essere intrapresa tra i 20 ed i 30 anni. Ciò non vuol dire che dobbiamo chiuderci in casa ed infliggerci “punizioni” incongrue quanto inutili. Non sono necessari sacrifici enormi, ma un’attenzione matura e responsabile alla nostra salute, un bene inestimabile che va tutelato.
Ben vengano le mimose, o qualsiasi attenzione nei loro confronti, ma chi voglia sul serio rispettare le donne, ha il dovere – prima di tutto – di rivolgersi al mondo femminile con un approccio adeguato, che ne rispetti la natura.

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